C’è un tir che si muove inesorabile sulle polverose highway dell’america thrashabonda, quella dei numi tutelari Hetfield e Mustaine; somiglia un po’ a quello di Duel, celeberrima opera prima di quel geniaccio di Steven Spielberg e somiglia un po’ (troppo, forse) a un disegno di Eddie The Head di cui avevo una t-shirt dai tempi del Real Live One a Firenze, non serve che vi dica di quale gruppo, ma viaggia spedito e sferragliante, pronto a schiacciarvi senza pietà alcuna.
Si tratta del presente ‘Imposing Truck’ (appunto), nuova fatica dei perugini MASS CRYSIS, che ritornano a distanza di 10 anni dal precedente ‘Die Totale..‘ editi dall’italiana The Goatmancer Records.
Non so se la produzione così “in your face” sia stata dettata da una precisa scelta stilistica di Jeffckott e soci (Lorenzo Rocchi – batteria, Nicola Lemmi – basso), ma, dopo un primo momento di disorientamento, mi ha acchiappato in qualche modo l’essenzialità ruspante che emerge dalle canzoni: pochissime sovraincisioni, oltre alle tracce di chitarra/basso/batteria; un suono scarno che ben si addice, secondo me, alla rudezza e all’immediatezza dei pezzi che, come precedentemente menzionato, respirano l’aria della Bay Area dei bei tempi che furono, ma non solo.
Ho parlato tanto di thrash e di vecchia scuola infatti e, sorprendentemente, l’opener “Big Black Dog” è un pezzo variegato che sovrappone ad una matrice bella tirata, particolari sensazioni eterodosse che sfociano in un paio di break che mi hanno piacevolmente ricordato gli AIC del mai troppo celebrato Layne Staley, grazie proprio alla voce di Jeffckot che rende il pezzo molto interessante.
Il disco prosegue piuttosto bene: “Earthquake” e “Boom” (più la seconda che la prima) sono altre due song belle convinte, qualche pelino qua e là si trova, ma nel complesso ci siamo, la formula funziona.
“Shit Politician” è un pezzo duro, che già dal titolo lascia pochi dubbi sulla direzione che intraprenderà, un riff martellante che ci riporta nel cuore un po’ di Dime, come la seguente “Fit Of Nerves“, brano furioso che si apre poi nel ritornello. Molto particolare l’intermezzo centrale, un duetto semiacustico tra il basso e la chitarra.
Altro gran bell’assolo trascina la successiva “Ego Never Died“, mentre innalziamo qualche accendino con la ballatona “This Is The Game“, che però non prosegue con quella grinta che ci si aspetterebbe, ma che si conclude (forse un po’ troppo inaspettatamente) con un altro pregevole solismo chitarristico.
“Closed In A Body” è un buon pezzo crossover sempre attento a rimanere dalla parte della ruvidezza, con un’altra buona prova vocale e solistica del frontman; “Blues” invece chiude il disco un po’ così: il pezzo, non mi convince del tutto, anche se ha l’ennesimo assolo old fashioned che rialza le sorti generali della composizione.
In definitiva un disco che, tralasciando qualche sbavatura, potrà interessare agli old school thrashers, tra un Killing Is My Business dei Megadeth, un Crossover dei D.R.I. e un Power Metal dei Pantera: sicuramente sarà pane per i loro denti.
Cristian Angelini
TrackList
- Big Black Dog
- Earthquake
- Boom
- Shit Politician
- Fit Of Nerves
- Ego Never Died
- This Is The Game
- Closed In A Body
- Blues
- Anno: 2023
- Etichetta: The Goatmancer Records
- Genere: Thrash Metal
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