Il trio pugliese nasce nel lontano 2006 e si è da subito dedicato a sonorità molto accostabili al 70’s style. Acclamati dalla critica di settore, hanno fino adesso inciso: un demo nel 2010 che ha ricevuto i complimenti financo negli Stati Uniti (la webzine Sodashop – esperta nel campo della Psichedelia – li ha etichettati come “fucking cool tribute”; un ep nel 2017 che testimonia la capacità produttiva e quella camaleontica nel sapere mischiare Desert Rock, Heavy Blues e Psichedelia; nel 2018 il singolo “Words” precede il secondo ep di inediti “Lama“; arriva la fine del 2019 e la band viene ospitata in una puntata della trasmissione radiofonica della Rai “Ticket To Ride” per presentare “Neverending Trip” un live in studio per rimarcare le influenze che gravitano sul gruppo; dopo il periodo di chiusura, che tutti conosciamo, i tre danno alle stampe un corposo progetto di jam session registrato live dal titolo esemplificativo, e anche un po’ scaramantico, “Unlock“; prima di questa ultima fatica (comunque preceduta dall’uscita di tre singoli) racchiudono in una bella raccolta tutta la carica e l’energia che sprigionano on stage, registrando nel 2022 “Live At La Cittadella“.

Si arriva quindi a questi nuovi otto pezzi divisi fra una parte con le strutture di cantato ed un’altra parte aperta allo strumentale ed alla ipotetica improvvisazione (che in questo caso è sempre studiata e sentita). Al di là della lunghissima “Tears Never Here” (sono quattordici minuti di un caleidoscopio musicale incredibile) dove si percepisce Van HalenLifeson, riferimenti casuali a Blue Cheer, (che fra l’altro come pezzo risulta essere il mio pezzo preferito di tutto il cd), troviamo dissonanze e sonorità a – la Melvins riscontrabili nel brano di chiusura, scopriamo rimandi ai primissimi Black Sabbath in “Make Peace” ma soprattutto nella seconda canzone dal perentorio, imperituro, aggregante titolo “Years Of Beer“.

Sebbene le atmosfere in generale vadano in direzione di una cupezza, pesantezza ed oscurità di tinte e siano incastonate in situazioni musicali fosche, ci pensa la voce del cantante Giuseppe Piazzolla (parente del famoso compositore argentino?) a rendere meno paludose e malsane le arie delle canzoni che, grazie alla sua delicatezza, vengono invase da luce e leggerezza: la quarta traccia, secondo me, dove il cantato emerge in maniera preponderante, tramite la linea vocale scelta dal Piazzolla, viene portata verso una atmosfera da film americano anni 70.

Se amate lo Stoner con molte contaminazioni non certo lasciate al caso, ebbene potete tranquillamente supportare questa band.

 

Leonardo Tomei

 

TrackList

  1. Until My Wings Will Be Stronger
  2. Years Of Beer
  3. Black Monday
  4. I Saw My Dad Play Air Guitar
  5. Make Peace
  6. Stills Drive
  7. Tears Never Here
  8. Coming Out
  • Anno: 2023
  • Etichetta: Autoprodotto
  • Genere:  Stoner

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