TYGERS OF PAN TANG – Bloodlines

Con oltre 40 anni di vita, il monicker Tygers Of Pan Tang rappresenta, con una manciata di altri gruppi, le radici della New Wave of British HM.

Il disco di esordio ‘Wild Cats‘ (1980) e lo spettacolare ‘Spellbound‘ dell’anno dopo (quando ancora i gruppi facevano un disco all’anno) li comprai quasi a scatola chiusa, affascinato dal nome del gruppo, dalle copertine e dalla presenza di un giovanissimo ma già mostruoso John Sykes. Fondati dal chitarrista Robb Weir, tuttora unico membro originario, i Tygers hanno attraversato fasi difficili, scioglimenti del gruppo (almeno due), rifondazioni, spinoff, case discografiche inefficaci in fase di promozione o divergenti sulla strada artistica da far prendere al gruppo (mi riferisco alla svolta pop rock di ‘The Cage‘). Ma è con il nuovo millennio che, a piccoli passi, attorno a Weir si riforma una band che sembra crescere disco dopo disco: da ‘Animal Instinct‘ del 2008, il primo con Jacopo Meille alla voce, attraverso ‘Ambush‘ e ‘Ritual‘, si ricrea quel legame con lo stile della NWOBHM degli esordi e che esplode prepotentemente con questo ‘Bloodlines‘.

Con la sapiente moderna produzione di Tue Madsen e l’innesto del ‘nostro’ Francesco Marras alla chitarra i Tygers confezionano un grande album. Senza voler sminuire la prova tecnica dei musicisti quello che funziona davvero sono le canzoni, una più bella dell’altra: la dinamica ‘Fire On The Horizon‘, l’heavy metal di ‘Kiss The Sky‘e la conclusiva finta ballad ‘Making All The Rules‘ svettano in un lotto di altissimo livello. Accanto al batterista Craig Ellis, ed al nuovo innesto al basso di Huw Holding (già nei Blitzkrieg e Avenger), a legittimare la presenza su queste colonne dei Tygers Of Pan Tang rileviamo con orgoglio la decisiva presenza della componente italiana con Jacopo Meille sempre più frontman di livello internazionale e l’apporto anche come compositore oltre che di virtuoso esecutore di Francesco Marras.

Replicare la bellezza e l’importanza degli esordi non era lo scopo di questo nuovo corso delle tigri anglo-italiane, ma rinverdire i fasti di un grande gruppo e continuare a scrivere grande musica è un obbiettivo ampiamente raggiunto.

Filippo Marroni