Dal caro vecchio Crom il silenzioso abbiamo imparato – oltre al fatto che sia sordo alle nostre richieste – il segreto dell’acciaio, per cui da millenni ci affanniamo a farci a fette nei modi più disgustosi e/o ingegnosi in quella sciocca e orribile giostra che è la guerra (che non cambia mai…) e io mi sono sempre chiesto se non fosse meglio sublimare tutta questa violenza con la potenza vera e cristallina dell’arte nelle sue molteplici incarnazioni: la pittura, la narrativa, la scultura, la musica, così da sollevarci dalla ferina belluinità che ci opprime dai tempi di Caino fino ai suoi epigoni più sfigati e terribili che mandano a morire milioni di persone per nulla.

Questo lungo preambolo mi serve a farvi capire perché le mie idee pacifiste possano convivere contemporaneamente con la mia passione per la Heroic Fantasy, che si traduce in musica in un certo tipo di Heavy Metal a cui si rifanno anche i bolognesi TARCHON FIST, band che si è giustamente inserita nel filone del metallo tradizionale che scalda i cuori e le orecchie di tanti appassionati con diversi album nel corso degli ultimi 5 lustri, di cui il presente ‘The Flame Still Burns’ è l’ultimo capitolo, edito a fine Aprile dalla label Underground Simphony e prodotto dalla stessa band (formata dagli storici membri Ramon alla voce, Lvcio Rix alle chitarre, Wallace al basso e il guest Stupa dietro le pelli) presso il PriStudio di Roberto Priori e Studio Tarconte di Luciano Lvcio Tattini.

Il sound dei nostri, partendo dal monolite metallico dell’accoppiata Maiden/ Manowar (“The Flame Still Burns”, “Lens Of Life”, “So, Thank You All!”), si esprime mischiandosi in maniera equilibrata con l’Hard Rock dei Thin Lizzy ibridato con atmosfere al sapore d’Irlanda (“Wolfpack”, “Ireland’s Rebels”), come dei Riot (“Soldiers In White”, “Always Alone”, “The Legend Of Rainbow Warriors”), così come con sonorità più stradaiole (“9/11”, “The Man”) atte ad attualizzare in qualche maniera le atmosfere belligeranti evocate dai nostri nel corso delle undici tracce che ci accompagnano in questo viaggio nella passione (che continua ancora a bruciare), vero filo conduttore che lega i pezzi in una sorta di concept.

Ogni spadone che si rispetti – a parte l’invincibile katana e tutte le lame che provengono dal paese del sol levante, ma quella è una storia a parte – ha un doppio filo che si traduce in questo caso nei punti di forza del disco che possono essere anche considerati i suoi “limiti” (il virgolettato è d’obbligo): questa precisa e determinata visione musicale (incorniciata dall’ottima ed evocativa copertina disegnata da Mr. Stan W. D.) se da un lato è accattivante per i già “convertiti” al genere potrebbe essere respingente per chi cerca altro nel metal. A prescindere da tutto ciò è innegabile la bontà di questo prodotto che ci ricorda cos’era e cos’è l’Heavy Metal e quanto sia necessario nelle nostre vite.

Cristian Angelini

 

TrackList

  1. The Flame Still Burns
  2. Lens Of Life
  3. Wolfpack
  4. Soldiers In White
  5. 9/11
  6. Ireland’s Rebels
  7. Always Alone
  8. Escape
  9. The Man
  10. So, Thank You All!
  11. The Legend Of The Rainbow Warriors

 

  • Anno: 2023
  • Etichetta: Underground Simphony
  • Genere: Heavy Metal

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