La band ciociara ha fatto dell’autoproduzione il proprio credo da portare avanti fieramente. Questo album presenta nuovi brani ma anche le re – incisioni dei pezzi presenti sull’ep d’esordio, “Radio Hate” datato 2018.

Sebbene di nascita relativamente recente (si sono formati in quel di Frosinone – complimenti per la serie A – nel 2017, uniti dalla passione comune per il vecchio, robusto e longevo Rock and Roll), sono stati protagonisti durante il 2019 di una fiorente attività live, testimoniata, come punto di acme, dal concerto al Rock Faustival di Sulmona (Aq) con video annesso che potete trovare su Youtube. A cavallo fra il 2022 ed il 2023 hanno estratto anche tre singoli: “Highway” una canzoncina senza pretese, con pochi orpelli, che lascia poco spazio alla fantasia, adatta, con il volume alzato a palla, a correre lanciati a mille sopra un’autostrada deserta; “Raise” con un riffing di chitarra che ricorda i primi Iron Maiden quelli con Paul Di’Anno, un pezzo lento molto cadenzato tendente all’eterno già sentito, ma con un assolo studiato e suonato bene; il terzo singolo “War Dog” ha un intro con un latrato molto enfatico ed oltremodo didascalico, un attacco di batteria che purtroppo risente della qualità della registrazione ed un giro di accordi delle sei corde che vagamente mi ha riportato alla mente l’incipit di “Living After Midnight” degli inglesi Judas Priest. Mi appaiono eccessivi i quattro minuti e passa della durata della song, si poteva tagliare qua e là per enderla più scorrevole. Anche in questo caso comunque l’inserto dell’assolo è degno di nota.

Tutto sommato un album che si fa ascoltare, senza infamia e senza lode, con alcuni spunti interessanti che strizzano l’occhio più alla modernità (le chitarre di Cinelli e Del Brocco giocano un ruolo fondamentale) che agli stilemi classici del mai defunto Rock and Roll. A mio avviso è da rivedere la voce di Alviani: non me ne voglia il frusinate (comunque rimane la mia personale opinione di scribacchino schiavo delle dodici note) ma a volte l’intonazione non è delle migliori e, in linea generale, c’è da perfezionare la pronuncia dell’inglese.

Penso che se riusciranno i nostri cinque ad essere più diretti, più incisivi, più sanguigni, un po’ più sporchi, allora potrebbero fare un bel cambiamento; evitando magari certi cedimenti a ritmiche prolungate, presumo che l’impianto delle canzoni ne gioverebbe; vorrei concludere citando una massima di un sommo pensatore dei tempi moderni in un celeberrimo film di inizio anni 80, tale Don Buro “saremmo puro burini, ma beata l’agnoranza si stai bene de mente, de core e de panza”.

Ad maiora.

 

Leonardo Tomei

 

TrackList

  1. Radio Hate
  2. Memories
  3. Party
  4. Unrest
  5. Woman
  6. Higway
  7. Lullaby
  8. War Dog
  9. Raise
  10. Loser’s Victory
  11. Still Here
  12. Call Your Name
  13. Colors
  • Anno: 2023
  • Etichetta: Autoprodotto
  • Genere: Street Rock

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