Malombra per me è sempre stato sinonimo di turbamento, perché ho sempre associato questo nome ad un film erotico italiano degli anni ’80: non tanto per averlo visto per interno, quanto perché, da allora più o meno innocente undicenne, mi ero imbattuto nel suo trailer per caso un pomeriggio, dato che allora negli “Appuntamento al cinema” venivano mischiati allegramente i Gremlins con Karate Kid, così come Creepshow con Paradise e appunto questo Malombra, che non ci incastrava niente con il romanzo da cui diceva traesse ispirazione, né tantomeno dalla omonima band che però, al pari di quel film un po’ godereccio, mi smuove dentro meccanismi strani e indecifrabili.

MALOMBRA, dicevamo, che dopo più di una ventina di anni dal precedente ‘The Dissolution Age tornano con un disco inedito, il qui presente ‘T.R.E.S’, edito dalla santissima e divinissima Black Widow di Genova, vero nume tutelare per un certo tipo di sonorità ammalianti e oscure; anzi dovrei dire ritornano, poiché il disco, da perfetto revenant, era già stato composto all’epoca della prima, storica formazione della band, per poi rinascere, risuonato e rivisitato nella forma odierna cosicché le nostre orecchie possano bearsi di cotanto maestoso mistero sonoro.

Il disco è tanto un omaggio al Progressivo italiano quanto a un certo tipo di Heavy rock che esplora il lato maligno e misterico (termine proprio usato dalla band che trovo bellissimo per esprimere la loro particolare ricerca musicale) proprio del dark sound di band seminali come Candlemass, Black Widow o Danzig.

Va da sè che il cantato in italiano, enfatico e teatrale dell’immenso Mercysia assolutamente (eccezionale) funzionale nell’accentuare la profonda oscurità dei pezzi, ognuno dei quali è una lunghissima cavalcata nella notte più nera: la band si prende il proprio tempo nell’esplorare ogni minimo anfratto musicale per fare emergere la giusta atmosfera in una continua tensione che, come un brivido gelido che ti corre lungo la schiena, è pronta a sfociare in uno spavento senza fine (“Astarte Syriaca” e “Baccanalia“).

Introdotta che una melodia malvagia che sembra quasi un canto di sirene, come lo potrebbe aver potuto concepire Paul Williams ai tempi del “Fantasma del palcoscenico“, arriva “Malombra“, che è un racconto gotico in musica che sarebbe riduttivo avvicinare a mera colonna sonora per qualche fantomatico film di paura, talmente il brano è denso e stratificato. Consiglierei di ascoltarlo al buio, di notte, da soli, per poter sprofondare in quella che è una vera e propria esperienza sensoriale di livello superiore.

Il disco non è mai immediato, banale, sicuramente non è adatto a chi è distratto, perché richiede e merita concentrazione nell’ascolto; nè è esempio lampante la ambigua e ammaliante “Allucinazione Ipnagogica“, vero e proprio trip fatto ad occhi aperti che, per un assurdo cortocircuito, mi ha riportato alla mente quanto fatto da Federico Fiumani con i suoi Diaframma.

Siamo solo a metà, ma il bello deve ancora venire, perché la band ha in serbo per noi “Cerchio Gaia 666“, vero e proprio cuore nero del disco, un brano di oltre diciassette minuti che è esso stesso un disco nel disco, una suite in cui succede di tutto, ma in cui il tutto ha un senso ben preciso, niente è lasciato al caos, niente al caso: ogni secondo è una tessera necessaria a costruire il nero mosaico che ci troveremo davanti alla fine del pezzo. Standing ovation.

C’è tanto Doom nella successiva “Fantasmagoria 1914“, ma non solo, perché l’evoluzione progressiva che avviene nel ritornello mi ha fatto alzare in piedi :”Che noi non siamo che morti che brindano/ che non si staccheranno mai dalle note del piano scordato/ su cui fai un pout porrì di motivi che struggono”, pura poesia.

Siamo arrivati alla fine e non rimane che “La Sola Immanenza“, quasi un breve addio che mi coglie impreparato e impossibilitato ad allontanarmi, come se avessi appena iniziato un viaggio che deve già finire, breve come tutte le cose belle, breve come la vita. Ma è giusto che sia così e allora non resta che andare, perdersi nella bruma e scomparire nell’oscurità.

Un applauso di vero cuore ai musicisti che hanno contribuito a creare questo suono: Matteo RicciFabio Cuomo e Giulio Gaietto, che hanno concertato insieme a Mercy la realizzazione di questa perla nera che consiglio vivamente a chi vuole andare oltre in musica.

 

Cristian Angelini

 

TrackList

  1. Astarte Syriaca
  2. Baccanalia
  3. Malombra
  4. Allucinazione Ipnagogica
  5. Cerchio Gaia 666
  6. Fantasmagoria 1914
  7. La Sola Immanenza
  • Anno: 2023
  • Etichetta: Black Widow Records
  • Genere: Progressive Heavy Rock

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