Una nemesi solitamente si usa per indicare una situazione negativa che giunge dopo un periodo immediatamente dopo il primo e che si è rivelato particolarmente fortunoso. Il quintetto orobico, che ha visto recentemente un cambio di line – up con l’innesto di Matteo Caruso alla batteria e di Alessandro Di Rosa alla voce, ha voluto dare un taglio con il lavoro precedente e tornare su sonorità decisamente più dirette e cruente.

Con l’ausilio dietro al banco di regia di un pezzo da novanta come Jaime Gomes Arellano (già al lavoro con GhostMoonspellBehemoth fra gli altri), i ragazzi hanno confezionato questo cd presso gli studi Orgon di proprietà del sopramenzionato in quel di Woburn, ridente località inglese nella contea del Bedfordshire e come si diceva poc’anzi, i musicisti hanno virato in maniera risoluta rotta rispetto al full – length precedente “A Bad Mess“. Dal 1997, anno di fondazione del combo bergamasco, ne sono passati di lustri e sicuramente è stata affinata la tecnica, la preparazione, è stata aumenta la conoscenza delle competenze: è veramente ammirevole comunque sapere e scoprire che c’è ancora gente che pesta sugli strumenti come forsennata da circa 25 anni.

Il cd fin dalla scelta del titolo vuole avere una valenza escatologica, tutte le tracce percorrono una idealistica ricerca della condizione umana; un nichilismo reso tranciante ed opprimente dalla cupezza delle sonorità; una consapevolezza intrinseca che angoscia perchè l’uomo, essendo ente dotato di libero arbitrio, tende irresistibilmente alla riflessione la quale lo conduce al pensiero dei propri limiti ed al pensiero dell’illimitato ed alla sua di lui finitezza. Non accettare i primi e non poter raggiungere l’infinito gettano le basi precondizionate dell’angoscia che porta, questa ultima, ad una sconvolgente scoperta: vi è una libertà che abita nelle radici più profonde dell’individuo ed è tanto angosciante quanto potente. Nell’orizzonte del possibile tutto è ugualmente possibile e per ogni possibilità favorevole ve ne sono infinite negative. Ciò che massimamente angoscia l’uomo è appunto l’infinitezza problematica del possibile che gli si apre dinanzi, una sorta di perenne nemesi infernale. L’assenza di direttrici, la mancanza di traguardi, il vuoto di valori: in una parola, il nulla, il niente. Tutto questo porta l’uomo in una situazione di malattia mortale che non gli permette di vivere serenamente con se stesso. Una disperazione vera e propria, una disperazione di se stessi, un viversi la morte ogni giorno, un abisso concentrico, allucinante, ammaliante causa costitutiva dello stesso essere ultimo dell’uomo. Vi si parerà concettualmente di fronte un monolite con la propria staticità eterna come un imperituro epitome che non vi abbandonerà.

 

Leonardo Tomei

 

TrackList

  1. A Giant Upon This World
  2. Anthem
  3. The River
  4. Abysmal
  5. Eternal Static
  6. Demonspell
  7. I, Monolith
  8. Numbing Existence
  • Anno: 2023
  • Etichetta: Wormholedeath Records
  • Genere: Modern Heavy Metal

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