Mancavano all’appello da ben 7 anni i genovesi Isaak fautori di uno stoner rock potente come scriveva la nostra Elisa nella recensione di ‘Sermonize‘, e sinceramente se ne sentiva la mancanza, questo soprattutto dopo aver ascoltato questo nuovo ‘Hey‘ che si candida ad essere uno dei miei preferiti del 2023.

Già dall’iniziale e particolare ‘Miracle B‘ si intuisce che stiamo per ascoltare qualcosa di notevole, infatti la traccia in questione ci presenta suoni ridondanti con chitarre al massimo della distorsione nel loro incedere nel quale si inserisco voci, lamenti e urla che esaltano il lato oscuro del brano, ripresomi dalla sorpresa vengo catapultato dalla title track in un agguato sonoro degno di tal nome, l’Hey‘ che riecheggia sembra un monito come dire: ci siamo, siamo tornati e siete nostri prigionieri. In questo come in altri brani la voce possente di Giacomo Boeddu mi ricorda l’immenso Danzig e non è cosa poco. Tutto questo sembra risaltare anche in ‘OBG‘ frullato di garage, stoner, fuzz, punk che alla fine della fiera risulta come una delle mie preferite, se non la preferita del lotto.

Nelle note a margine del promo gli Isaak dicono: “‘HEY‘ mette un punto, un punto che non guarda indietro ma guarda dentro. Parla delle nostre paure più intime e cerca di farlo con l’ironia. ‘HEY‘ è un riffalioso (più o meno tradotto così) album rock stoner veloce. Un manifesto sull’essere fragili e fare di quella fragilità una forza.” Concordo largamente con tutto questo, in special modo nel definirlo un disco di stoner rock veloce.

Except‘ ne esplicita il senso aggiungendo delle parti in bilico tra space e psychedelic ma rafforzando la potenza del suono ai massimi livelli. Sulla stessa linea si muove ‘Rotten‘ forse un pelo più tirata rispetto alla precedente dove la coesione sonora degli strumenti riceve un imput perentorio. La cover di ‘Over The Edge‘ dei Wipers trascina gli Isaak nel punk più furioso, la loro versione è molto più rocciosa e adrenalinica dell’originale e la preferisco di gran lunga, tutto grazie a riff di chitarra deliranti e accattivanti. Si torna allo stoner più classico con ‘Dormouse‘ con il suo andamento desert e chitarre (Francesco Raimondi) al confine con la psichedelia ma in versione molto accelerata. In tutto questo bombardamento sonoro ‘Fake It Till You Make It‘ con le sue atmosfere più melodiche sembra un chierichetto nell’antro degli inferi, ciò non toglie che sia un altro brano di grande spessore compositivo a cui non manca certo la potenza.

Taste 2.0‘ sembra rimanere sulla parte pacata degli Isaak, ma d’improvviso il tono sale per esplodere in riff metallici prepotenti costruendo un autentico monolite, basso (Gabriele Carta) e batteria (Davide Foccis) ci guidano in questo ennesimo assalto alla fortezza. Ci stiamo avviando al finale di questo album di potenza inaudita e lo facciamo prima con ‘Sleepwalker‘ scaltra e sfrenata, come un po’ tutto questo lavoro del quartetto genovese e poi ‘Goodbyes Are Always Vey Sad‘ alla quale affidiamo la speranza di non attendere altri 7 anni per ascoltare un nuovo album degli Isaak, altrimenti sarebbe davvero triste mentre le armonie del brano ondeggiano tra la malinconia di questo ‘addio’ e la rabbia trasformata in potenza nel ribadire il concetto di esserci a qualynque costo.

Monolitico, aggressivamente veloce, graffiante, potente, ma principalmente molto, molto bello, questo è ‘Hey‘ e questi sono gli Isaak, bentornati!

 

Klaus Petrovic

 

TrackList

  1. Miracle B
  2. Hey
  3. OBG
  4. Except
  5. Rotten
  6. Over The Edge (Wipers cover)
  7. Dormouse
  8. Fake It Till You Make It
  9. Taste 2.0
  10. Sleepwalker
  11. Goodbyes Are Always Very Sad
  • Anno: 2023
  • Etichetta: Heavy Psych Sounds Records
  • Genere: Stoner Rock

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