Scourge” è il ritorno di un nome storico della scena friulana, quei Sepolcral che da trent’anni esplorano la musica estrema e che, nonostante abbiano pubblicato pochissimo, non hanno mai smesso di picchiare. Superate le inevitabili disavventure e tragedie che si accompagnano ad un viaggio così lungo, i veterani Kevin e Cristian hanno trovato due nuovi e affidabili compagni, cementato la formazione e reinventato il proprio suono. E questo è l’aspetto che ho maggiormente apprezzato di questo disco: i ragazzi non si sono seduti sulla propria storia, raggranellando una minima pensione di anzianità in memoria dei vecchi tempi, ma l’hanno cavalcata per raggiungere una nuova dimensione sonora.

Sepolcral degli anni venti suonano un distillato di death e grind che in venticinque minuti condensa una scrittura frenetica, intelligente, inarrestabile e interessante. La sintesi compositiva sfronda i brani dal minutaggio superfluo e leviga undici proiettili che non mancano il bersaglio.
La sensazione prevalente è l’impatto: l’aggressione, l’energia, l’intensità e la frenesia esecutiva sono esattamente quelle che ci aspetteremmo da un gruppo del genere e rimangono intatte nonostante il lungo e curato lavoro in studio di registrazione. Ecco, sinceramente rimane il dubbio se dal vivo il quartetto possa riuscire a replicare la violenza sonora dell’album con la stessa densità ed efficacia, con lo stesso montaggio serrato, ma le idee ci sono e sono piuttosto chiare.

Notevolissimo il lavoro di Daniele (dai Chronic Hate) alla voce, che oltre ad un growl cavernoso e potente, porta in dote una capacità nel rendere le linee vocali abbastanza caratteristiche, ritmicamente e dinamicamente, da consentire una buona riconoscibilità e fruibilità ai brani. Non da meno, la batteria di Aleksandar, non smette di proporre ritmi e fill di sicura presa, con l’intento di mantenere sempre alta la soglia di attenzione e gratificazione dell’ascoltatore, che rimane a bocca aperta per la pacca.

È raro che all’interno della struttura dei brani di “Scourge” si ripeta lo stesso riff e questo, insieme alla scaletta super compressa, rende inizialmente difficile capire dove finisca un pezzo e ne inizi un altro, ma con lo stratificarsi degli ascolti l’identità delle singole composizioni emerge nitidamente.
E così abbiamo il pugno in faccia di “Suicider”, tra thrash ipervitaminizzato, groove e furia blastbeat,  la spigolosa “Svartur Skit”, l’aggressione irrefrenabile di “Bastard Tongue”, l’inno “Nemo Me Impune Lacessit”, la bomba di “Purity”, la scheggia hardcore di venti secondi di “Flagello”, la variegata e accattivante “White Venom Temple” e la quasi epica “The Miserable Choice”, con echi di Devin Townsend sul finale.

Un disco pieno di energia, di necessità espressiva, di urgenza.

A fare da decompressione, il brano conclusivo “Ludmilla” è un collage di effetti e indistinguibili voci filtrate, sopra ad un arpeggino desolato che ci fa riprendere il fiato prima di rischiacciare play e farsi un altro giro.

 

Marcello M

 

TrackList

  1. Suicider
  2. Svartur Skit
  3. Bastard Tongue
  4. Interred Species
  5. Nemo Me Impune Lacessit
  6. Post Traumatic Martyr
  7. Purity
  8. Flagello
  9. Broken Armour
  10. White Venom Temple
  11. The Miserable Choice
  12. Ludmilla

 

  • Anno: 2023
  • Etichetta: Time to Kill Records
  • Genere: Grind/Death Metal

 

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