I lombardi Art of Silence videro la luce nel 2004, quindi decisamente in tempi non sospetti, e da allora, tra cambi di formazione e contrattempi, la band rilascia soli due lavori, quali When Nature Storms (2009) e questo recentissimo ‘The Journey’. Rilasciato sotto Vomit Arcanus Productions, ‘The Journey’ ci propone un misto tra la furia del thrash e il grezzo cantato del melodic death.
Si fa forte, inoltre, di sole sette canzoni, che tuttavia sono quasi tutte belle lunghe. Leggo nella biografia che la band ha visto nella separazione dal proprio tastierista un’occasione per rendere il sound maggiormente orientato sulle chitarre. Ascoltando il loro lavoro, ho notato anch’io una forte coerenza tra le canzoni proprio grazie all’apporto chitarristico, che è fresco, interessante e sopratutto appassionato.
L’inizio tempestoso è caratterizzato da ‘Twilight of the Gods’, quasi otto minuti di scapocciate composti da chitarre sempre sul pezzo, batteria e basso trascinanti, e un cantato che varia da un pulito a un notevole screaming (o growling, laddove richiesto). Parte con un approccio più melodeath la successiva ‘The Dawn of Battle’, che pian piano si apre rilasciando adrenalina da ogni poro, per un brano meno improntato sulla velocità, ma che nondimeno trasuda epicità e tiene alto l’interesse. Una melodia mistica apre ‘Maelstrom Downfall’, che torna a regalarci pigli più schiaccianti e claustrofobici, promuovendo una ritmica thrash/death veramente ben progettata e che dà al brano una fortissima aura di violenza (ma controllata, perché si sa che il potere, senza controllo, non è nulla). Aggressività e velocità tornano a farla da padrone nella quinta traccia, ‘The Flag of Supremacy’, brano dai riff malvagi le cui influenze sarebbero difficili da elencare una ad una, ma che si rivela un brano veramente ben riuscito, con le due asce che sembrano non essere mai a corto di ispirazione, una batteria con mille risorse e un cantato, per quanto sporco, ponderato nei propri interventi. Davvero ben fatto. Unico intermezzo di tastiera dai sapori atmosferici e quasi celtici è l’omonima ‘The Journey’, una giusta e breve pausa dopo la furia che ha caratterizzato le precedenti canzoni. A chiudere le danze è ‘Far Beyond the Ocean’, summa dei lavori precedenti e che lentamente lascia spazio a un inserto conclusivo di tastiera che via via diventa sempre più preminente, e che, a mio avviso, risalta alla grande appunto perché tale strumento è attivamente presente in pochissime sezioni.
In conclusione, io non posso che raccomandare questo ‘The Journey’, che si rivela un LP suonato alla grande, con pezzi incisivi, un cantato potente, una batteria poliedrica e chitarre che sembrano trarre la propria ispirazione da chissà quali elisir, e a cui i complimenti sono dovuti.
Un appunto: la copertina è piuttosto essenziale, e sebbene abbracci un impatto naturale e diretto, si può forse propendere per qualcosa fatto a mano dove nome del gruppo e titolo del disco possano mescolarsi con più spontaneità. Sperando che il prossimo lavoro arrivi in tempi non troppo lunghi, mi auguro che sentiremo parlare ancora degli ‘Art of Silence’.
Recensione a cura di Francesco Longo
TrackList
- Twilight of the Gods
- The Dawn of Battle
- Maelstrom Downfall
- Redemption in Blood
- The Flag of Supremacy
- The Journey
- Far Beyond the Ocean
- Anno: 2023
- Etichetta: Vomit Arcanus Productions
- Genere: Theash Melodic Death
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