Ah, io sono davvero, davvero in difficolta e in imbarazzo nel recensire un disco come questo. Mi sono impantanato da settimane con gli ascolti di questi ottantadue (!!!) minuti di musica, cercando di digerirne il senso. Vado subito al punto: il disco è suonato e registrato molto bene ed è cantato in maniera egregia, inoltre le composizioni spaziano dal pop al quasi Metal, passando per AOR, progressive, rock moderno e atmosfere cinematografiche, nel rispetto di tutti i canoni dei generi elencati. E quindi? Ah, io non so come dirlo, dato che non voglio mancare di rispetto al grande lavoro di Michele Vissani, che oltre ad aver progettato e scritto tutto, suona sia la batteria sia le chitarre, alla voce strepitosa di Valeriano De Zordo e all’operato, al basso e in console di mixaggio, di Daniele Ferretto, ma le composizioni di questo disco sembrano studiate apposta per entrare da un orecchio ed uscire dall’altro, quasi cercando intenzionalmente di non inserire alcun elemento di presa che possa farci conservare nella mente e nel cuore questi brani oltre al superficiale ed effimero piacere di ascolto di musica ben confezionata. “Piacere” non è il termine esatto e forse neppure la litote “non dispiacere” lo è: diciamo che ad un ascolto distratto è tutto perfetto, ma nel momento in cui provi ad entrare nei pezzi, scopri che non c’è molto da addentare e ti ritrovi, al contempo, affamato e stomacato.
Questa è ovviamente solo la mia impressione e non escludo che diversi ascoltatori possano trovare coinvolgenti le melodie collaudate, le atmosfere rese familiari dai grandi nomi del genere e i testi intrisi di buonismo mainstream del TG2.
Personalmente trovo evidente il fatto che questi brani siano nati su una DAW e non in una sala prove, dove sarebbero potuti essere testati e collaudati da una band, che probabilmente si sarebbe resa conto dell’eccessiva prolissità e scarsa incisività di tanto minutaggio.
Per farmi un’idea più completa del progetto, sono andato anche a riascoltare il primo capitolo a nome Stargenesis (“Aurora”, del 2021), scoprendo con piacere come in origine proponesse testi in italiano, a mio avviso più capaci di catturare l’attenzione e conferire identità al gruppo. A quanto pare, però, il trio veneto sente di avere tante cose da dire, anche ad un pubblico internazionale.
Il disco inizia in maniera suicida con una “Welcome to Earth” della durata di dieci minuti che se la prende comoda, stiracchiandosi in lungo e in largo in un’atmosfera sospesa e spaziale che confluisce in un brano lento, dal cantato appassionato eppure poco coinvolgente, privo di ganci melodici vincenti e di un vero picco emotivo a giustificare il tutto, nonostante il tentativo di grandeur epica. E il pezzo si conclude, pachidermico e pigro, con assoli in fade out…
Si prova il decollo con “AI Storm”, dal piglio decisamente più vivace e robusto, sempre arricchita da effetti sonori che contribuiscono a generare l’atmosfera fantascientifica che accompagna tutto il disco. Nonostante qualche riff azzeccato e un sapore simile ai Dokken più metallici, dubito qualcuno di noi inserirà il brano nella propria top ten del mese. Ci tengo a sottolineare però che, qui come in tutti gli altri brani, il lavoro di stesura delle armonie vocali denota una grande professionalità e tante, tante ore di impegno in studio, che non sono passate inosservate.
Îl “pezzo contro la droga” (“Your Next Dose”) sperimenta sonorità alla Queensryche ed è il teatro di un’altra ottima interpretazione per Valeriano e la sua voce flessibile, acuta ed espressiva, capace di infondere vita alla canzone, regalandoci uno dei migliori ritornelli del disco.
Fraseggi su scala minore armonica annunciano l’arrivo del “pezzo heavy”, che purtroppo non è una granché: “Bad Propaganda” sembra una versione anemica e sbiadita dei Symphony X, dove la voce però si difende sempre alla grande. Nella sezione solistica troviamo una bella performance virtuosistica e facciamo il pieno di doppia cassa, dato che dopo ne sentiremo ben poca…
Seguono due ballate di fila, una più rarefatta e l’altra più canonica, quasi da rock band anni novanta.
Per “The Dream of a New Era” invece è stato realizzato anche un video, puntando sul riffing alla Rush che dona qualche appiglio di orecchiabilità alla composizione, che soffre però degli stessi handicap dei brani precedenti: mancanza di un gusto melodico consapevole, personale ed incisivo. Bello il solo di tastiera.
A fare da spartiacque con l’ipotetica “part II” dell’album abbiamo il saluto della guardia d’onore, con tanto di spari a salve, che introduce la lunga “A New Hope”, una power ballad che si irrobustisce parecchio sui ritornelli, ma che fatica a giustificare in pieno gli oltre nove minuti di durata. Ennesimo finale con assoli a sfumare.
Su “Checkmate” gli Stargenesis provano a giocare a fare i Fates Warning di Inside Out che, come tutti sappiamo, è uno sport in cui si può solo perdere.
“Cinically Alive”, pur essendo la terza ballata di oltre nove minuti, mi ha colpito positivamente. Sia per i cantati, particolarmente coinvolgenti sul piano emotivo, che per le dinamiche finalmente efficaci. Bella l’atmosfera arcigna delle chitarre nei ritornelli e sotto al synth solista. Anche la coda del brano risulta interessante, dimostrando una capacità di storytelling che finora era stata un poco fallimentare.
La title track è divisa in due parti: la prima è un’intro tastieristica della quale avremmo fatto anche a meno, la seconda è un mid tempo progressive piuttosto mutevole. Ho trovato un po’ grottesco il richiamo di aiuto da parte della Terra e non ho potuto fare a meno di immaginarmi sulla frase “It’s a very urgent message” la faccia di Jack Black con gli occhi sbarrati e i denti stretti, mentre ci delizia con una delle sue iperboli stile Tenacious D. Il brano rimane comunque una buona vetrina delle capacità del gruppo, nel bene e nel male.
Si chiude con un’ulteriore ballata, questa volta con voce femminile e decisamente votata al pop, dove affoghiamo nel miele speranzoso e buonista (i bambiiiiniiii!).
Non so. Non so proprio a chi consigliare questo disco, ma spero che voi riusciate a trovarci quello che io non sono riuscito a cogliere.
Marcello M
TrackList
- Welcome To Earth
- AI Storm
- Your Next Dose
- Bad Propaganda
- The End Of Humanity
- What If
- The Dream Of A New Era
- Honor Guard Salute
- A New Hope
- Checkmate
- Cinically Alive
- Distress Call From Planet Earth pt 1
- Distress Call From Planet Earth pt 2
- Our Future
- Anno: 2023
- Etichetta: Autoprodotto
- Genere: AOR/Hard Rock/Progressive Metal
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