Nel lontano 2005 girovagando di notte lungo le strade fra le colline della bellissima Umbria, a rubare cartelli stradali, nasceva la band orvietana con la solare, adolescenziale, vivida intenzione di gettare il cuore oltre l’ostacolo, cercando con passionalità di tradurre in musica tutto ciò che viene assimilato durante il corso della vita, il trascorrere dei giorni scandito da sentimenti, emozioni, ricordi e la mera cronaca dei fatti.

Hanno all’attivo tre produzioni ed un demo di debutto, innumerevoli partecipazioni a concerti, aperture ad artisti internazionali (Corrosion Of ConformityPaul Di AnnoPino Scotto), propongono in chiave moderna quello che circa cinquantaquattro anni or sono una band come i Black Sabbath aveva seminato nell’infinito campo del Rock. Ovviamente la voce non è propriamente quella di un Ozzy in tenera età post puberale, ma piuttosto quella più matura e calda vicina forse, con i dovuti distinguo, a Rob Zombie.

Non mancano comunque aperture interessanti e divagazioni al tema principale del Post Stoner: “Hey Man” ha molti cambi di atmosfere, timbriche molto altalenanti, un buon pezzo strumentale, che a volte è al limite del lirismo musicale, molto enfatico nei passaggi, ma che presenta degli spunti strettamente collegabili a sensazioni riconducibili ad un certo background di ascolti di Prog anni 70.

I pezzi presentati, al di là ovviamente dei riferimenti con i maestri capostipiti del genere, risentono anche delle influenze di gruppi evidentemente più recenti e maggiormente coevi come ispirazione di gusti al nostro trio; si possono ascoltare per esempio dei chiari nessi e legami con Alice In Chians e Soundgarden.

Bella potente ed affascinante è “Ten Years” forse la più heavy di tutto il lotto esposto, con il cantante Corrado Giuliano in splendida forma, dove l’immediatezza di remoti Blue Cheer esplode in maniera vistosa.

Sicuramente la voglia di mischiare, di contaminare è nelle corde della band; si capisce che in sala prove c’è molta spontaneità, probabilmente le varie anime dei tre giovani artisti si incontrano vicendevolmente in una continua improvvisazione in loop, caratterizzata dallo scambio di riff, uno dopo l’altro, quasi a cascata, portando l’esperienza condivisa verso un unicuum di positivo, energetico, ed escatologicamente, senza il benchè minimo di accenno prematuro, vanno a strutturare una strofa, un ritornello, un ponte, un assolo; tutto svolto in maniera naturale, evitando preconcetti strutturali, in piena libertà, con una espressività minimalistica ma umorale, viscerale, sincera, immediata. E’ un ritorno se vogliamo alle origini, alle radici più profonde, un collegamento ad un approccio alla musica in maniera meno mediata, più diretto, un viaggio al confine delle nostre percezioni sensoriali affinchè si crei una aderenza, una relazione, tra ciò che proviene dall’esterno e quello che è più intimamente dentro di noi.

Ascoltate, aprite le vostre porte ed iniziate a volare.

 

Leonardo Tomei

 

TrackList

  1. Guilt Me Sorrow
  2. Freedom
  3. Grown And Drowned
  4. Shame
  5. Blame Time Alone
  6. Ten Years
  7. Blue In Sight
  8. Hey Man
  9. Wise Man
  10. My Solitude

 

  • Anno: 2022
  • Etichetta: Autoprodotto
  • Genere: Doom/Hard Rock

 

Links:

Spotify

Youtube

Facebook

Bandcamp

 

Autore