L’epopea dei nativi americani è sempre stata un argomento caro al mondo del rock e soprattutto al metal; tantissime band hanno tributato il loro omaggio ad una popolazione che ha subito una vera e propria pulizia etnica nel corso di poche centinaia di anni, finendo relegata, da signora delle infinite distese del nord America, a vivere ai margini, ghettizzata e reietta.

I nostrani Wounded Knee, veterani del prog metal italico underground formatisi nell’ormai lontano 1994, composti dai membri originali Fabrizio Bonanno – chitarra e Davide Galletti – basso; da Daniele Carboni – voce (già cantante nel primo, omonimo, disco della band), Mauro Lamattina – batteria e Piero Dondi – tastiere, hanno imperniato tutta la loro carriera musicale raccontando in 4 dischi l’epica di questa fiera popolazione e il presente “122 Lune” è la diretta prosecuzione del lavoro del 2005 ‘Ol3mare, in quanto in esso si narra il ritorno a casa del protagonista del precedente disco, appunto trascorse le 122 lune del titolo, attraverso un viaggio fisico e spirituale che lo riporterà alle proprie origini.

Il tutto è declinato in un progressive metal cantato in italiano che ovviamente, oltre a interessarmi per il puro e semplice utilizzo della nostra cara lingua (per me sarà sempre un punto a favore provare ad usare il nostro lemma nella costruzione dei brani, perché è una difficoltà in più che però aggiunge originalità da un lato e debanalizza le tematiche che si vogliono affrontare, dall’altro), mi riporta ad una stagione mitica della musica fatta in Italia, quella del Pop, che durante gli anni settanta voleva dire band come Area, PFM, Balletto di Bronzo e compagnia sognante.

Ma non c’è solo lo sguardo al passato nel concept dei Wounded Knee, perché i suoni sono assolutamente attuali (il disco è stato registrato, mixato e masterizzato all’Injun Studio proprio dal bassista Davide Galletti) e coinvolgenti e ciò fa sì che le canzoni mantengano sempre viva l’attenzione dell’ascolatore, permettendo di immergersi nella storia a 360 gradi; operazione facilitata da una intro altamente evocativa che facilità l’abbandonarsi a ciò che la band ci vuole raccontare.

E non ero mai stato” è il primo dei dieci brani che ci guiderà in questo ritorno a casa dell’eroe ed è un pezzo di classico prog metal impreziosito da ottimi assoli di chitarra e tastiere e da un testo non banale e anche piuttosto ricercato (cifra che verrà mantenuta, fortunatamente, per tutto il disco).

La successiva “Era solo stramonio” è un pezzo brioso e dai tratti epicheggianti, che mi ha ricordato Gli Alluminogeni di Scolopendra, in cui è la bella voce di Daniele Carboni a dettare legge. Mi preme sottolineare l’estrema poeticità e il pathos che trasuda dai pezzi, che mantengono sempre un alto livello compositivo e di resa sonora, sia che si affronti questo viaggio in maniera profonda – 122 Lune“Non mi hanno insegnato“, “Una rialtra rivolta“(tanto per citare i pezzi che mi sono piaciuti maggiormente) – che in maniera più ironica o addirittura caustica – l’esaltante strumentale “Ocropoid“, che non è il nome di qualche creatura tentacolare dei sette mari, ma un ben più detonante anagramma…

La palma del pezzo più peculiare va sicuramente a “Miseresistenza alla storia“, brano multiforme che ha dentro di sé diverse anime (un po’ di blues, un po’ di prog, un po’ di Maiden) tutte sapientemente amalgamate con un testo altrettanto interessante.

Il viaggio, l’eterno ritorno, è alla fine: “Niente è come prima e tutto è uguale“, un pezzo che quasi si libera del fardello metal per abbracciare completamente il rock progressivo più arioso, una suite di oltre dieci minuti che è la degnissima conclusione di un’avventura ricca e soddisfacente.

Disco che vi consiglio caldamente di ascoltare più e più volte per poter cogliere tutte le sfumature musicali e comprendere appieno le particolari liriche: ne varrà sicuramente la pena e vi farà apprezzare ancora di più l’ottimo lavoro svolto dalla band che, non mi stanco di ripetere, è originale e convincente: “nella rivolta c’è sempre vita / c’è gioventù che non fugge, ma sbrana”.

 

Cristian Angelini

 

TrackList

  1. Prologo
  2. E non ero mai stato
  3. Era solo stramonio
  4. 122 Lune
  5. Figlio Rimasto
  6. Pellerossina
  7. Ocropoid
  8. Non mi hanno insegnato
  9. Miseresistenza della storia
  10. Una rialtra rivolta
  11. Niente è come prima e tutto è uguale

 

  • Anno: 2022
  • Etichetta: Autoprodotto
  • Genere: Progressive Metal

 

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