Chitarrista di grande caratura tecnica, molto preparato a livello teorico, dotato di un buon gusto nella scelta delle melodie, chitarrista collaboratore, fra gli innumerevoli progetti, di Pino Scotto, ha deciso di dare alle stampe queste composizioni decisamente non recenti collocabili nella tradizione dei grandi virtuosi delle sei corde.
La domanda che mi nasce spontanea è cui prodest? Perchè se è evidente la provenienza temporale (in fin dei conti sono passati circa trenta anni – pensate di ascoltare agli albori del nuovo secolo un disco degli anni settanta -), ciò che l’ascolto di tutti questi pezzi dovrebbe far emergere è la questione ormai atavica della profonda staticità produttiva, in termini propositivi ed estetici, che attanaglia ormai tanti artisti da due decenni, come minimo, a questa parte.
Se accostando l’orecchio alle tracce si possono fare dei rimandi anche abbastanza scontati (Malmsteen troneggia in quasi tutte le linee armoniche), e se ogni pezzo può avere un forte attaccamento al periodo della stesura dello stesso: “Moonlight” mi ha fatto venire in mente Pino Daniele e sua colonna sonora di quel capolavoro di Troisi “Pensavo Fosse Amore… Invece Era Un Calesse“; “Jazzino” può essere pensato per una canzone Pop di autore del tipo “Vorrei Incontrarti Fra 100 Anni” appunto del 1996; oppure “Revelation” che se chiudendo gli occhi riesce a far riemergere dal passato la figura di Mercury con accanto il suo chitarrista impegnato nello stacco della sezione intermedia di “Innuendo” singolo pubblicato ad inizio del 1991.
E’ altrettanto evidente che, al di là comunque di citazioni e di rimandi, dopo aver esaurito il cd una persona non possa non fare delle considerazioni e delle riflessioni. Molto lodevole per esempio, da una parte, la volontà, continua e tenace, di tanti, di continuare a suonare, a proporsi e a produrre materiale da sottoporre a pubblico giudizio, passando anche e malvolentieri sotto le forche caudine del giudizio di un vergatore ignorante di bianchi prati come me; dall”altra parte c’è da ripensare sulle uscite e c’è da considerare sulle proposte stesse che da molto tempo ormai sono impantanate nella melma stagnante delle dodici note del nostro sistema musicale pentagrammatico, risentono vieppiù nelle costruzioni strutturali armoniche di clichè datati, logori, riconducibili a configurazioni ormai vecchie nel ricordo dei tempi andati. Infatti spesso nel commentare i lavori che giungono qui in redazione, si cerca di trovare un collegamento con quello che è venuto prima, e spesso , e talora anche facilmente, troviamo agganci e similitudini.
E’ altresì vero che ciò che viene dopo, per definizione, è un qualcosa che attinge da ciò che è passato. Ormai diamo per scontato che non esiste più un qualcosa di originale (tutto è stato scritto e tanto è stato ascoltato): ogni stranezza, ogni stravaganza, hanno un preciso riferimento temporale nel remoto, nel tempo andato. Mi trovo a chiedere a me stesso se nel futuro la genia umana sarà in grado di creare ancora della capacità creativa, un nuovo estro, quel coup de theatre che fa sbalordire, che fa rimanere ad occhi aperti. A nessuno è vietato di sognare per adesso, ma sono gli orizzonti di destinazione che sono stati cambiati nel campo artistico.
Leonardo Tomei
TrackList
- The Last Generation
- Desolate Bay
- Deep Space
- Misleader
- Never Gonna Be
- Motorcycle
- Nemesis
- Soldier Of Spartacus
- Sunrise
- Tsunami
- Revelation
- The Point Of No Return (from the tape)
- Jazzino (from the tape)
- Moonlight (from the tape)
- Anno: 2022
- Etichetta: Wanikiya Records
- Genere: Heavy Metal
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