Già recensiti su questi spazi dal nostro bravo Direttore, e presentati come band energica, sanguigna, dedita ad un misto di Hard Rock e Blues tutto molto 70’s; ebbene in questo secondo album mi pare abbiano perso un po’ di quello smalto presentato e commentato dalle righe vergate per il lavoro precedente vecchio di appena un anno rispetto a questo.
Come coordinate abbiamo un quadro sinottico di riferimento facilmente riconducibile ad un generico Rock con inserimenti di Blues con passaggi sulle scale pentatoniche e qualche sterzata verso un appesantimento delle distorsioni; ma andiamo con ordine.
Stilisticamente le canzoni non brillano di una particolare freschezza compositiva ed i rimandi a volte sono talmente palesi che sembra di ascoltare proprio il riferimento piuttosto che la traccia stessa.
“Pizza And Blues” ha un inizio di riffing che sembra pedissequamente “Balliamo Sul Mondo” di Ligabue; ha comunque un discreto tiro ed un ritornello divertente e coinvolgente (…tutaruu tutaruu…). Ci sono poi delle incongruenze strutturali: l’opener, la quale solitamente lavora come apripista a tutte le altre tracce, stranamente è parecchio cadenzata (come se suonasse ad intro perenne in loop) con una chitarra distorta appena percettibile ed un finale in fade. Non so se è una scelta precisa da parte della band oppure è soltanto un posizionamento casuale della canzone.
La voce secondo me rende molto meglio quando non si presenta ruvida e gracchiante. In “Letter To My Father” (titolo emotivamente molto impegnativo), dove un’atmosfera iniziale ricorda da vicino i ritmi anni 60 dei Rolling Stones, la voce calda e profonda si accompagna benissimo con gli arpeggi e gli inserti solistici della chitarra. Una ballad sofferta che però nel finale viene per così dire disturbata dal cambiamento della linea vocale. Se posso permettermi suggerisco di seguire l’esempio dato in “You Say I Love You” dove si percepisce un’amalgama generalizzato ed equilibrato. Un altro esempio di connubio riuscito fra voce e resto degli strumenti è “Like Snow In My Pocket” (sebbene la somiglianza con “Knocking On The Heaven’s Door” versione Guns sia evidente), dove il cantante riesce a mettere in mostra le proprie qualità pseudo baritonali molto adatte al contesto e oscillando da un Bob Dylan d’annata e un Mark Knopfler al massimo splendore.
Ci sono, comunque, momenti dove la voce graffiante del nostro singer risulta maggiormente atta ed appropriata: per esempio nelle aperture a sonorità più avvicinabili ad un Hard Rock essenziale ed asciutto (ascoltare per esempio “Hard Life Working Class Life“).
Per chiudere il discorso ci tengo a sottolineare che quello che ho scritto è lo specchio della mia personale opinione (ed in quanto tale confutabile), ma è strettamente legata a ciò che ho ascoltato e su ciò che emotivamente mi ha smosso. Presumo, basandomi anche sulla recensione del lavoro di debutto, che questo cd voglia essere una evoluzione del precedente. Forse le intenzioni erano buone ma non collimano totalmente con il risultato sperato. Ad maiora.
Leonardo Tomei
TrackList
- Destroyer Of Worlds
- You Say I Love You
- Hard Life Working Class Life
- Like Snow In My Pocket
- Alone At Midnight
- Letter To My Father
- Today I’m Jaded I Run Away
- Pizza And Blues
- Why Can’t You Say It
- Firepower
- Anno: 2022
- Etichetta: Brutus Vox Music
- Genere: Hard Rock
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