Arda è il mondo nel quale sono ambientate tutte le opere di Tolkien ove narra come ‘dovrebbe essere la Terra in un differente stato di immaginazione’; i romani Ruinthrone ci raccontano la mente inconscia di Arda, approfondendo e sviscerando quanto di non detto direttamente dalle storie dei libri ma che sottendono alcuni aspetti e temi di personalità di spicco come i Nazgul, Melkor e Sauron.

L’ambientazione fantasy, una copertina splendida e una superproduzione (Giuseppe Orlando, già collaboratore dei Rhapsody of Fire) fanno da corollario a quello che più ci preme: la musica. Dopo un decennio dal positivo esordio ‘Urban Ubris’ e numerosi cambi di formazione, i Ruinthrone si ripresentano al pubblico con Haedus alla voce, Nicolò de Maria alla chitarra e Giorgio Mannucci alle tastiere a rappresentare il nucleo fondativo del gruppo accompagnati da Luca Grossi alla seconda chitarra, Alessandro Finocchiaro al basso e Francesco Comerci alla batteria.

Come anticipato ‘The Unconscious Mind of Arda’ gode di una produzione splendida, elemento che aveva penalizzato ‘Urban Ubris’, che esalta gli arrangiamenti e crea la giusta atmosfera per godere appieno di questi 55 minuti scarsi di puro power metal. E se l’esordio ricordava troppo i Blind Guardian, questa volta i Ruinthrone si impongono alla nostra attenzione con una spiccata propria personalità: è ovvio che le coordinate verso le quali fanno rotta sono quelle segnate dai ‘Bardi’ tedeschi ma il raffinatissimo utilizzo del tappeto sonoro creato dalla tastiera di Giorgio Mannucci si amalgama con risultati entusiasmanti alla colata di metallo che proviene dalle chitarre.

The Dreamweaver’, il pezzo di apertura, sembrerebbe subito in contraddizione con quanto appena detto perché è in effetti il brano più assimilabile ai Blind Guardian, come ‘I Am The Night’ che sembrata uscita da ‘Nightfall…’; ma ci pensa ‘Earendil’ a diventare il marchio di fabbrica dei Ruinthrone, epica, medievaleggiante e con grandiosi cori. ‘The Past Is Yet to Come’ è la prova sulla lunga distanza, una mini suite che contribuisce a quella voglia matta di assumere un proprio stile, con frequenti cambi di atmosfera (e velocità).

Where Wise Men Stop’ è l’intermezzo acustico che ci guida verso ‘In Penumbra’ (la preferita per il sottoscritto), la canzone forse più ‘sinfonica’ del lotto. ‘The Eldest’ e ‘Blessed by Loneliness’ tornano ad omaggiare il power metal tedesco con risultati più che confortanti mentre ‘For Those Who Remain’ è un’altra suite, con melodie celtiche, flauti, pianoforte e una memorabile chorus. ‘Where You Belong’ chiude in bellezza e (con dolcezza) questa piccola gemma di inizio anno.

Auguriamo alla formazione capitolina un meritato successo con questo ‘The unconscious Mind of Arda’ e ci rallegriamo dello splendido stato di forma del power metal tricolore. Stay Heavy!

 

Filippo Marroni

 

TrackList

  1. Prologue
  2. The Dreamweaver
  3. I Am The Night
  4. Earendil
  5. The Past Is Yet To Come
  6. Where Wise Men Stop
  7. In Penumbra
  8. The Eldest
  9. Blessed By Loneliness
  10. For Those Who Remain
  11. Where You Belong

 

  • Anno: 2023
  • Etichetta: Rockshots Records
  • Genere: Power Metal

 

Links

Spotify

Youtube

Facebook

Bandcamp

 

Autore