Con immenso ritardo relativamente al periodo di uscita che è avvenuta a luglio di questo anno che sta per svanire (questo ritardo penso ormai che per la nostra webzine sia una caratteristica assodata, vista l’atavica mancanza di recensori con un minimo di affidabilità temporale), e scudandoci per il disguido, ci accingiamo a commentare questo lavoro dell’artista laziale.

Compositore, insegnante, direttore della sede romana della Modern Music Institute, co – organizzatore di eventi (Paul Gilbert Masterclass fra le altre cose); ha suonato o condiviso il palco con artisti internazionali (tanto per citare qualche nome di un Carneade qualsiasi… Vinnie MooreUli Jon RothEdu FalaschiKee Marcello, soltanto come esempio). Già tutta questa presentazione farebbe tremare la mano anche ad un critico navigato come Castaldo e far rizzare i peli sul collo ad una vecchia volpe della penna quale è il buon Bertoncelli, ma io umile scribacchino mi allaccio all’indovinello veronese confidando nei miei buoi che riescano ad arare i bianchi prati e che seminino dignitosamente il nero seme.

Se per Tessitore suonare e comporre è sempre stata la cosa più naturale come per noi bere un bicchiere d’acqua, ebbene l’intento che l’autore annuncia nel titolo ottiene il risultato sperato: a noi poveri ruminanti delle dodici note, bestemmiatori del pentagramma e violentatori raminghi nonchè casuali di strumenti brutalmente consunti dal nostro uso scriteriato, a noi mortali giunge la prepotenza e la serietà, quasi algida, della preparazione tecnica, la stentorea accademia che si muove con confidenza e consuetudine sulla sei corde.

Tessitore fa arrivare a noi, gente semplice, volgo mediocre, le linee melodiche, che sì partono da una strutturazione armonica assai complessa (e a volte perfino complicata), ma, con il dipanarsi, con lo spiegamento dei pezzi medesimi, arrivano a brillare di una luce didascalica propria, come se fossero sintesi bignamica di un epitome proveniente dal passato.

I pezzi presentati descrivono a detta dell’autore, l’estrema complessità alla quale la vita stessa ci sottopone; queste sette tracce scaturiscono da un periodo di isolamento ed hanno la forza di mettere insieme i diversi pezzi di un enorme puzzle. La potenza narrativa che fuoriesce dalle composizioni tessitoriane è al contempo evocativa e divulgativa: un musicista riesce laddove (non frequentemente in realtà) uno scrittore è troppo immediato nell’andare a toccare certe corde emotive; la bravura del chitarrista romano sta nell’avvicinarsi ad un mondo intimo che nell’ascolto avvertiamo fondamentalmente nostro, riuscendo a tenere una debita e rispettosa distanza evitando così di invadere, in modo autoritario e perentorio, lo spazio delle nostre emozioni interiori.

 

Leonardo Tomei

 

TrackList

  1. Scent Of Coffee
  2. The Importance Of Sloth
  3. Jumpin Judas
  4. Missed Call
  5. Heisenberg’s Fly
  6. Semplicity Of Being Here
  7. The Weaver’s Checkmate
  • Anno: 2022
  • Etichetta:  Wanikiya Records
  • Genere: Guitar Hero

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