Difficile recensire un lavoro così ampio e ambizioso come “The Android Messiah”, primo capitolo dei The Chronomaster Project: ci troviamo, infatti, di fronte ad un piccolo capolavoro, che richiede e merita un ascolto attento ed una descrizione dettagliata per poter esser compreso e trasmesso al meglio.

D’altra parte, non ci si poteva aspettare di meno da un ensemble che è molto più di un gruppo di musicisti talentuosi: The Chronomaster Project è, infatti, “un viaggio interstellare alla scoperta dell’universo del Chronomaster”, universo creato dalla felice intuizione di Fabio Rancati e del quale entrano a far parte non solo i membri stessi del combo, ma anche i numerosi guest che si alternano nelle varie tracce di questo platter.

Come forse avrete intuito, “The Android Messiah” è una rock-opera sci-fi sul genere di Docker’s Guild di Douglas Docker, autore peraltro di tutti i testi di questo lavoro: un vero e proprio racconto di fantascienza, dunque, in cui ogni “personaggio” gioca un ruolo importante non solo come artista, bensì anche come protagonista della vicenda stessa.

A mio parere, ciò che colpisce in maniera particolare l’abilità e la confidenza con cui vengono utilizzati registri tipici del romanzo di fantascienza, delle serie tv e della sceneggiatura, oltre ovviamente a quelli musicali, contribuendo alla creazione di un metalinguaggio unico, che travalica il singolo genere. In questo senso, è interessante la visione complessiva dell’opera all’interno di un universo multimediale che ne prevede la fruizione attraverso canali diversi dall’ascolto: dalla musica al mondo dei videogames, questo è un lavoro che può essere non solo “ascoltato”, ma anche immaginato, “letto” e, in futuro forse, anche “giocato”. A mio parere, un’idea quanto mai attuale dell’opera d’arte in sé.

Al centro della narrazione ci sono le vicende del Chronomaster, un androide senziente, in grado di viaggiare nel tempo e nello spazio, al quale è stata affidata la missione di salvare la sua galassia, Tau-Z, e l’universo stesso dalla distruzione portata dagli alieni invasori (spoiler alert: stavolta gli invasori siamo noi!), diventando così “The Android Messiah”.

Ogni traccia rappresenta una tappa del viaggio del Chronomaster, dalla sua creazione fino al compimento della sua missione. Ed è interessante notare, a livello musicale, come ogni brano utilizzi sonorità diverse, di volta in volta adattandosi alle emozioni della vicenda che si sta svolgendo davanti ai nostri occhi: si passa così da atmosfere decisamente epiche e power a quelle tipiche di classic metal, prog-rock e hard rock.

L’incipit della storia è affidato alle sonorità tra symphonic power e prog di “The Mission”, brano nel quale la voce di Mark Boals (Yngwie Malmsteen), nel ruolo del creatore del Chronomaster, si alterna con quella di Enrico Scutti, la creatura, in uno scambio simile ad un dialogo tra padre e figlio: l’androide è, infatti, appena stato creato e ha solo il tempo di assimilare dal “padre” le informazioni necessarie al compimento della sua missione, perché la distruzione del suo pianeta è alle porte. Il contrasto tra le malinconiche note iniziali di pianoforte e archi e il sound serrato delle chitarre a seguire, l’alternarsi delle voci dei due singer, i tappetti di tastiere ben descrivono la drammaticità del momento.

Una volta assimilate tutte le informazioni necessarie per la missione, per il Chronomaster è arrivato il momento di partire, anche se alle sue spalle Tau-Z è in fiamme e vicina alla distruzione: “The End Of My World?” esprime tutta la sua determinazione nel voler portare a compimento la sua missione e lo fa con tutta la potenza di un brano dalle ritmiche serrate, in cui ancora una volta chitarre e tastiere caricano l’atmosfera di una rabbia che esplode nella bellissima interpretazione vocale di Enrico Scutti.

La prima tappa del viaggio del Chronomaster è Tessev V, un pianeta ormai distrutto dalla guerra contro gli invasori: il nostro eroe “vede” svolgersi sotto i suoi occhi gli ultimi momenti di vita del pianeta, raccontati in “The Ancient Throne of Tessev V” dalla bellissima voce di Vicky Psarakis, qui nel ruolo della Principessa Aliria: in realtà a distruggere il pianeta è la stessa principessa, quando decide di usare contro l’aggressore un’antica e potente arma, in grado di fermare ogni guerra, distruggendo però ogni cosa, Tessev V compreso. La rabbia e la disperazione esplodono in un brano dal sapore metalcore, grazie soprattutto all’interpretazione magistrale di Psarakis, tra screaming e growl che ben accompagnano la potenza del sound.

Parallelamente al viaggio del Chronomaster si svolge il viaggio di quelli che diventeranno gli invasori: mossi all’inizio dalle migliori intenzioni, viaggiano nell’universo in cerca di altri pianeti popolati, nei quali arrivano pronti a convivere in pace con i loro abitanti. “The Invaders’ Chronicle Part 1: We Came In Peace” affida questo messaggio alla voce melodiosa di Amanda Sommerville, Capitano della prima spedizione nello spazio, in un brano decisamente più leggero e hard rock, perfetto per esprimere gli ideali e i sentimenti che animavano quelli che poi diventeranno spietati aggressori.

Intanto il viaggio del Chronomaster fa tappa su Blacksun, pianeta di ghiaccio, conquistato e devastato dagli invasori, che, dopo aver sterminato la vita sul pianeta, si rendono conto del fatto che sia inabitabile per loro. Il Chromomaster raccoglie la testimonianza dell’ultimo sopravvissuto, Ice Blizzard, affidata alla potente voce di Snowy Show (Mercyful Fate, King Diamond): “The Last Man Of Ice” è, quindi, un bellissimo dialogo tra il Chronomaster e Ice Blizzard, le cui parole sono accompagnate da un sound cadenzato e rabbioso.

Sulla Terra, pianeta degli invasori, intanto la Chiesa cattolica prende il sopravvento al punto tale da dominare il mondo e Papa Urbano X, in piena mania di onnipotenza, decide che tutto l’universo deve essere conquistato e “terraformato”. “ The Invaders’ Chronicle Part2: In Hoc Signo Vinces” è un bellissimo brano che racconta la vicenda dal punto di vista del papa, il cui ruolo viene affidato a Giancarlo Mastrangelo: un brano epico e dall’atmosfera a tratti eclessiastica, perfetto per descrivere la deriva religiosa che colpisce l’umanità intera.

Nel suo viaggio attraverso la galassia, il Chronomaster approda su Idim-5, pianeta devoto alla scienza e nel quale gli abitanti convivono pacificamente con i coloni della prima spedizione. A portare la distruzione saranno, infatti, i nuovi colonizzatori inviati da Urbano X, che considerano Idim-5 come un mondo basato sul peccato e non sulla religione. Il Chronomaster assiste, dunque, al combattimento finale tra il Capitano, erede dei primi colonizzatori, con la voce di Mike Mills (Ayreon), e uno degli invasori fanatici, con la voce di Chris Boltendhal (Grave Digger). Interessante notare come “Generation Clash” sia costruita sul dialogo tra i due, con atmosfere più melodiche e hard rock ad accompagnare le parole del Capitano, e ritmi invece più serrati invece sulla voce quasi farneticante di Boltendhal. Forse il brano migliore dell’opera.

In “Revenge Of The Last”, il Chronomaster approda su Planet, pianeta in cui gli abitanti uniscono magia e tecnologia per governare il loro mondo, distrutto però ancora una volta dalla ferocia degli invasori. Grazie alla sua cronovisione, il nostro eroe riesce a vedere gli ultimi istanti di vita dell’ultima strega, ruolo affidato alla voce potente di Nina Osegueda (A Sound Of Thunder).

Alla fine il Chronomaster giunge sulla Terra, in piena Guerra Fredda, nel 1983, e si rende conto che questo è il momento migliore per cambiare il destino dell’intero universo, sacrificando e distruggendo la razza umana e diventando al tempo stesso “The Android Messiah”. Riesce, quindi, ad assumere le sembianze di un importante ufficiale NATO alla guida di un’esercitazione, scatenando così la guerra nucleare tra Americani e Russi, guerra che cancellerà la vita sulla Terra (ragazzi, c’è da sperare che nessun Chronomaster metta piede sulla Terra oggi, perché altrimenti siamo fottuti! ndr).

A chiudere questo bellissimo viaggio, “Nothing Left To Lose”, malinconica e dolcissima suite orchestrale: la minaccia è scongiurata, ma il prezzo pagato è altissimo, lo sterminio di un intero pianeta. Madre Universo, dalla bellissima voce di Marcela Bovio (Ayreon), accoglie il Chronomaster con affetto e compassione, prima che lui stesso scompaia per sempre. La linea temporale è stara, infatti, alterata: nessuna invasione degli umani su Tau-Z o altri pianeti, e, quindi, nessun androide è mai stato creato.

Che dire? Perdonate la lunga esposizione, ma davvero è pressoché impossibile raccontare quest’opera in poche parole: una storia affascinante, un lavoro curato in ogni dettaglio, un ascolto che ti catapulta in un universo ricco di sfumature, di persone, di mondi che vale la pena esplorare. Da non perdere assolutamente!

 

Luy C.

 

TrackList

  1. The Missiom
  2. The End Of My World
  3. The Ancient Throne Of Tessev V
  4. The Invader’s Chronicle Part I: We Came In Peace
  5. The Last Man Of Ice
  6. The Invader’s Chronicle Part I: In Hoc Signo Vinces
  7. Generation Clash
  8. Revenge Of The Last
  9. The End Of Your World
  10. Nothing Let To Lose

 

  • Anno: 2022
  • Etichetta: Elevate Record
  • Genere: Progressive Metal

 

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