Requiem for a band?

Pretenzioso, forse, ma scrivere oggi questa recensione, dopo la recente notizia dello scioglimento dei Simple Lies, ha un po’ questo sapore. Peccato, però.

Nati a Bologna nel 2006 e con al loro attivo due album recensiti su queste pagine (“No Time To Waste”, datato 2012, e “Let It Kill, del 2015), i Simple Lies hanno dato alle stampe nel 2022 il loro ultimo cd, “Millenial Zombies”: un lavoro che ancora una volta si contraddistingue per un corposo alternative metal con forti influenze hard rock. Un capitolo finale decisamente gustoso, che riporta alla mente nomi come Black Label SocietyAlter Bridge e contemporaneamente sound piuttosto distanti da questi, come quelli di band come Skid Row e persino Warrior Soul.

Insomma un miscuglio originale e potenzialmente molto valido, forse non valorizzato a pieno dalla voce di Alessandro Rubino, alla quale manca quel tanto di potenza ed incisività necessarie per coronare degnamente il sound dei Simple Lies.

Prove né è subito la track che apre le danze, “The End”: compatta e aggressiva, ci accoglie con un sound potente al quale ben avrebbe giovato una voce più incisiva.

Anche “567 Hate” parte subito con un riff potentissimo e con un sound che inizialmente riporta alla mente un certo Ozzy, ma è giusto un attimo: poi si vola, il brano prende velocità e si contraddistingue per un refrain ruffiano ed esaltante, uno dei pezzi migliori del lotto, a mio parere.

Mr. Leg Day” ha sonorità decisamente più moderne, che riescono comunque a mescolare sapientemente le varie influenze del combo, dallo stoner all’hard rock e persino al pop punk stile Green Day. Anche in questo brano i nostri si dimostrano davvero abili nel confezionare ritornelli a dir poco perfetti, coinvolgenti e ammiccanti.

Weird Uncle”è uno di quei brani in cui proprio si sente la mancanza di una voce più incisiva, al contrario di “Prince Of Darkness”, che invece è un bellissimo tributo ad Ozzy Osbourne, del quale sentiamo anche la voce all’inizio e alla fine: in particolare, all’inizio “Who the fuck is Justin Bieber?”, fantastico! Il brano è pressoché perfetto: un sound possente corredato da riff vigorosi e da un’ottima capacità compositiva. Da ascoltare assolutamente.

Segue la title track, un pezzo che sa molto di Skid Row e primi Guns’n’Roses, ma con una vena grunge che non guasta: nel complesso, un brano davvero ben riuscito.

On A Stage Together” è una ballad molto anni ‘80, piacevole e in cui il singer dà il meglio di sé, in un sound che forse meglio s’addice alle sue corde.

The Cage” all’inizio ricorda molto il sound del miglior Zakk Wilde, unito però a ritmiche più leggere e moderne. “Flat Brain Society” ha un tiro potentissimo, corroborato da un refrain che è una macchina da guerra, brano che rientra tra i miei preferiti del platter. “Ravencock”non si distingue particolarmente a mio parere, nonostante la ritmica possente.

Chiude “Here Lies The Ghost”, brano decisamente originale rispetto al resto del lavoro: un groove più cupo, quasi ossessivo, che alterna momenti soft ad altri decisamente più aggressivi. Quasi un esperimento, comunque ben riuscito nel complesso.

Spiace che questo sia l’ultimo lavoro dei Simple Lies, ma vale comunque l’ascolto, sperando che i nostri possano proseguire sulla strada del rock, anche se su percorsi diversi.

Good luck, guys!

 

Luy C.

 

TrackList

  1. The End
  2. 567 Hate!
  3. Mr. Leg Day
  4. Weird Uncle
  5. Prince of Darkness
  6. Millenial Zombie
  7. On a Stage Togheter
  8. The Cage
  9. Flat Brain Society
  10. Ravencock

 

  • Anno: 2022
  • Etichetta: Sneakout Records/Burning Minds Music Group
  • Genere: Alternative Metal

 

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