Il Black Metal ha la particolarità di rimanere sempre “di nicchia” ,di non farsi svendere ed assorbire totalmente dalla impostazione mainstream (nonostante qualcuno ci sia finito alla grande) e allo stesso tempo diffondersi e radicarsi ovunque e diventare un culto serio e solenne. Offre tutt’oggi svariate modalità di interpretazione ma senza snaturarsi ed attecchisce nell’humus culturale e non solo.
Da qui si arriva a centinaia di piccole realtà interessantissime e con molto da dire, come il misterioso progetto Apolion.
Si sa poco di questo progetto, è localizzato in zona Chieti nell’Abruzzo e si presenta come un progetto dalle deliziose tinte “Raw” Black Metal e come vuole questa frangia è scarno,grezzo, cupissimo, caratteristiche che aumentano l’alone di mistero, la profondità e l’atmosfera. E di atmosfera qui ce n’è parecchia, presentandosi totalmente in modo strumentale o quasi.
Da appassionato esploratore di questo tipo di sonorità mi sono addentrato nell’ascolto e svisceramento di questa opera intitolata “To Rot Or Decay“. Un desolato scenario stilizzato in negativo troneggia in copertina, con un corvo che porta chissà quale messaggio, decisamente un ottima apertura.
Ed iniziamo con “This Eternal Dust” dove un austico iniziale ci trascina in un intreccio di gelidi riff, cavernosi ma al tempo stesso quasi epici e solenni, con un tocco di malinconia cronofobica, molte stratificazioni e cambi di tempo molto variopinti e ben piazzati.
“Venomous Catharsis” è ancora più denso, introducendo molti piani semi acustici altamente riflessivi, anche qui la malinconia non manca ma rimane sempre in un modus metafisico sempre più ipnotico, quasi Prog che ci porta alla Titletrack “To Rot Or Decay” con la sua partenza drammatica con un ottimo basso e riff successivo molto decadenti, dal sapore molto anni 90 senza però mai sfociare nella brutalità, o meglio, c’è tanta brutalità ma dosata da un approccio molto profondo e raffinato, scorre lento ed inesorabile. Ottime le esecuzioni e la composizione di ogni singola parte, nota e strumento, si percepisce che ci è stato messo il cuore fino in fondo! La malinconia aumenta sul finale del brano e sfuma in “Depth Of Extinction” che parte minacciosa dal sapore Burzum degli esordi.. per poi finire in un commovente brano dalle punte Depressive Black che emoziona parecchio, sicuramente tra i brani più evocativi dell’opera.
L’album si chiude con l’ermetica “Phantasèma”, inquietante da far accapponare la pelle, un lento Black Metal oscuro primi anni 90, i riverberi sparati a mille rendono il tutto ancora più terrificante, il riff è travolgente e il drumming ritualistico, qui si trova un cantato lontano piazzato come una voce da un incubo, il tutto si spegne in un gioco progressivo di tonalità ambient oniriche lontane che mettono la ciliegina sulla torta!
E’ sicuramente un viaggio dentro le tristezze, le angosce ma anche gli incubi più nascosti della mente, ma dando anche spazio a disegni del cosmo che ci circonda, il tutto perfettamente suonato e “sentito” dall’inizio alla fine e le poche info che si hanno rende tutto più affascinante.
Da fan del genere sono rimasto molto colpito e deliziato. Consiglio vivamente i seguaci di queste sonorità di supportare e diffondere questo progetto e gustarselo fino in fondo.
Bellissimo lavoro!
Draugar
TrackList
- This Eternal Dust
- Venomous Catharsis
- To Rot Or Decay
- Depth Of Extinction
- Phantasèma
- Anno: 2022
- Etichetta: Autoprodotto
- Genere: Black metal
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