Per gli amanti delle sonorità dei Dream Theater, soprattutto quelle più pacate ed atmosferiche. L’artista, poco più che quarantenne, è conosciuto in tutto il mondo grazie alla sua notevole verve di compositore nonchè per le sue collaborazioni con artisti nazionali (Alexia) e mondiali (Gilbert, Vega e tanti altri).
Questi dieci pezzi, totalmente strumentali, risentono evidentemente delle tematiche compositive della band a stelle e strisce, non per niente su questo cd collabora Jordan Rudess insieme ad altri. Rigoni è bravo comunque a non sovrapporsi con le sue linee di basso, riesce, come dire, a farsi notare senza strafare: si avvicina di più ad un Pastorius ispirato dall’Oriente che ad un Mingus inebriato dai fumi dell’alcol clandestino. Delicati sono i passaggi che traccia il 4 corde già nel pezzo di apertura che funziona letteralmente da introduzione a tutto il resto del lavoro.
Questa ultima fatica è dedicata al padre scomparso qualche mese fa; in effetti tralasciando qualche episodio più vicino ad un Hard Rock datato ma non obsoleto (“Souls Never Die” ricorda quando i Van Halen quando i Deep Purple), oppure come in “Keep On Fighting” ove la tecnica di esecuzione emerge prepotentemente a discapito forse della melodia, ciò che colpisce maggiormente è l’atmosfera generale che come un cielo plumbeo aleggia e impregna melanconicamente i pezzi scritti. Tristissimo è per esempio l’incipit della seconda traccia dove un vagito neonatale quasi straziante, lascia lo spazio ad una chitarra melliflua e vagamente sospesa in un’aria vainiana.
Ascoltando le canzoni si riesce a percepire il lontano dolore (il passaggio pianistico in “Talking With My Demons” oscilla fra un classicismo decadente ed un Dark esistenzialistico), il senso di smarrimento provato dal nostro Rigoni a seguito della notizia della morte paterna: improvvisamente le linee armoniche disegnano vie di fuga e “Suddenly” con le sue parentesi schopeneriane ne commentano la totale precarietà e la vacuità dell’attimo.
L’assolo di basso si inserisce alla perfezione in questa tematica e ricama le nostre anime fino all’orlo finale, quello dell’abisso dantesco, un imo leopardiano condannato all’eterno oblio.
Il periodo centrale del cd non fa altro che fermare la clessidra dei secondi e tracciare un continuum temporale con quella memoria che non deve mai essere cancellata, perchè ognuno di noi che parte rimane nel cuore di chi resta. E’ un rincorrersi, uno sfiorarsi di note come se si volesse, per l’ultima volta, toccare una mano che sta sfuggendo via; la mente corre, torna nel passato, cerca di intrappolare ricordi, scanditi da un ritmo, da un tocco sul pianoforte. Un Pathos che difficilmente vi lascerà indifferenti; dopo la sofferenza rimane soltanto un bisogno disperato ma anche pudico, serio e doveroso di entrare in uno spazio intriso di silenzio.
Leonardo Tomei
TrackList
- The Miracle
- L’Origin Du Monde
- Youth
- Talking With My Demons
- Suddenly
- The Battle
- Silence
- Keep On Fighting
- Peaceful Acceptance
- Souls Never Die
- Anno: 2022
- Etichetta: AR Music Production
- Genere: Progressive Metal Strumentale
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