Mi scuso con tutti per il mio ritardo nel consegnare alla vostra lettura questa mia piccola analisi, ma spero possiate perdonarmi, essendo questo un gradito ritorno da parte di una delle realtà più interessanti del nostro panorama musicale! Non voglio dilungarmi nel darvi nuovamente dettagli biografici che potrete trovare nella mia recensione precedente, (a questo link potete andare a rileggerla), ma questo “III” è letteralmente una crescita esponenziale per quanto riguarda questo spettacolare, e fuori dai canoni, duo bergamasco!

Ancora una volta quattro brani inediti, (completati da due rivisitazioni di altrettanti pezzi storici quali “Leningrad” e “Dubina“) per una durata complessiva di poco meno di 40 minuti (bonus tracks comprese), nei quali la proposta dei Voland si fa ancora più epica di ciò a cui ci avevano abituato finora. Musicalmente si fa ancora più evidente la marzialità della proposta, predominando sulle sfuriate black, comunque presenti in diverse parti del lavoro, ma qui rese più a completare e a rendere ancora più devastante il crogiolo sonoro di questi brani che ruotano attorno ad un concept molto interessante…la figura dello Zar, uomo, sovrano e divinità, nel corso della lunga, martoriata, storia russa…

In apertura troviamo la figura più famosa, Nicola II, l’ultimo Zar, che, proprio presso Дом Ипатьева, trova la morte insieme a tutta la famiglia Romanov, durante la Rivoluzione, musicalmente reso con una marzialità non comune, che unisce i paradossi che, spesso troveremo all’interno di questo lavoro che ci offre continuamente diverse angolazioni di lettura e di giudizio… Da una parte, infatti, l’Inno dello Zar, Бо́же, Царя́ храни́!, che tende ancora a mostrarci la figura divinizzata (del resto la famiglia Romanov è stata poi ascesa agli onori degli altari, essendo stata canonizzata) del Sovrano, in contrasto con la Rivoluzione che diventa sempre più devastante e cosciente che molto c’è ancora da fare, ma che NULLA PUÒ ESSERE LASCIATO INCOMPIUTO…

Il continuo gioco luce ed ombra, potere e morte, vita e sottomissione, torna nel secondo pezzo che tende a celebrare la figura di Ivan Il Terribile, supportata musicalmente da sfuriate black e da un incedere privo di soste e cedimenti per restituirci una chiara immagine di quello che si autoproclamò Sovrano e protettore della Chiesa, come al tempo del Sacro Romano Impero, e che assunse una regalità indiscussa ed indiscutibile. Proseguendo con l’ascolto ci troviamo di fronte ai due brani, più RIVOLUZIONARI, da una parte “Promontorio”, interamente cantata in russo ed ispirata alla e dalla figura di Razin, un rivoluzionario di metà ‘600 che provò a sovvertire l’ordine costituito e, malgrado finì per esser torturato ed ucciso dalle autorità, rappresenta chi non si arrende mai davanti alle ingiustizie e alle difficoltà, seppur molto più grandi di noi e delle nostre possibilità…

Da brividi la conclusiva traccia inedita, “Suite Russe”, nella quale si esplica la massima ricerca dei Voland, epicità e teatralità che uniscono il Lindo Ferretti più ispirato alle note del Гимн Советского Союза, malgrado la nostra cronistoria si fermi a qualche decennio prima, qui, soprattutto alla figura di Alessandro II, personaggio che, più di tutti può esser considerato da una parte liberatore, dall’altra oppressore…

Nel porgervi l’invito a gustarvi anche le due bonus, qui rese con una qualità audio decisamente più alta, vorrei vi soffermaste, ancora una volta, sulla grandezza di questa proposta CULTURALE, che, non si ferma assolutamente all’impatto musicale, ma vive di una luce unica, passionale e molto personale!

Bentornati Voland, scusate ancora il mio ritardo, ma grazie per questa nuova emanazione del Culto! “…il gregge redento da morsa iniqua, già cerca nel panico un nuovo padrone…”

 

Francesco Yggdrasill Fallico

 

TrackList

  1. Casa Ipatiev
  2. Terza Roma
  3. Promontorio
  4. Suite Russe Bonus Tracks :
  5. Dubina (Live In Studio)
  6. Leningrad (Live In Studio)

 

  • Anno: 2021
  • Etichetta:  Xenoglossy Productions
  • Genere: Black Metal

 

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