Una delle recensioni più difficili degli ultimi anni, ma sicuramente anche una delle più affascinanti da fare. Dei Vade Aratro ve ne avevo già parlato nell’ormai lontano 2010, recensendo il loro primo ‘Storie Messorie’ uscito un paio d’anni prima. Nel frattempo ha visto la luce nel 2016 ‘Il Vomere di Bronzo’ al quale 5 anni dopo fa seguito questo enorme lavoro (2lp) dal titolo ‘Agreste Celeste’. Agreste perchè loro sono i pionieri dell’heavy metal agreste, anzi ne sono gli unici veri e indiscussi creatori e interpreti.

 

Prima di parlare della musica accenniamo alla cura perfetta della confezione composta da copertina apribile in 3 parti, un libretto con i testi di 16 pagine, 2 vinili da 180 grammi e una pergamena di benvenuto oltre alla classica spiga di grano. Il tutto in sole 500 copie numerate. Ottima anche l’immagine di copertina che richiama alla campagna e alle sue creature oltre che richiamare alla musica senza tempo, quella che ci propongono I Vade Aratro.

La piccola orchestrina (come si definiscono nella loro biografia) di heavy metal agreste nata nel 2006 ci offre dunque un’opera monumentale composta di ben 22 canzoni che al primo impatto potrebbero sembrare uno scoglio insormontabile, ma vedrete che approcciandovi con la giusta mentalità scorreranno via piacevolmente in men che non si dica.

E allora tuffiamoci all’ascolto che ha inizio con la scatenata ‘Al Sole’, vibrazioni thrash metal in un contesto rurale ben narrato dai testi del maestro Marcello Magoni (scritti in un lasso di tempo abbastanza lungo) che si avvale da sempre della collaborazione di Riccardo Balboni alla batteria e Federico Negrini al basso. Testi che, come ebbi modo di dire in passato, se non interpretati bene potrebbero fuorviare e fare dei Vade Aratro una band simil demenziale, ma non è assolutamente così, ognuno di essi esprime un racconto, un ode alla terra e a tutto quello che ci circonda e che sempre diamo per scontato senza mai approfondire cosa vi si celi o cosa rappresenti per la nostra vita terrena. In questo, ‘Al Sole’, è subito un buon inizio, 7.15 minuti che scorrono via senza nemmeno accorgersene con i suoi improvvisi cambi di tempo.

La Festa Del Grano’ a suo modo è una filastrocca rock che si imprime velocemente nelle nostre menti elogiando una festa che per i contadini è fondamentale, quando, a giugno, il raccolto tramite la mietitura viene portato a termine. I tre ragazzi della provincia bolognese ci rendono partecipi di questa gioia popolare troppo spesso dimenticata nel suo essere. Grandi momenti musicali, tra folk, metal e rock come si deve.

Chicco di Grano’ è un emozionante momento acustico da ascoltare tutto di un fiato. Si alzano di nuovo i toni con ‘La Punturaia’, e chi, come me, ha ormai un’età vicina ai 60 ricorderà questa figura di paese che girava per fare le iniezioni, ricordo per me quasi horror ma ben presente che qui viene descritto con dovizia di particolari!

Altra song acustica dall’influsso emozionale è ‘Populus’, che nel modo di suonare la chitarra mi ricorda (e questo accadrà anche per alcuni testi e suoni di altre canzoni) il grande e inarrivabile Ivan Graziani. Finisce così il lato A, tempo di girare il vinile ed ecco ‘Sotto la Terra’ martellante nel suo incedere thrasheggiante ma tenera per il suo significato finale, perchè con i Vade Aratro ogni brano è una storia a sè, ma storie di vita vera, reale, quella di ogni giorno, ogni storia offre spunti di riflessione lontani dalla frenesia della civiltà (!) metropolitana.

Il Pesce Magico’ è un altro intermezzo acustico questa volta per pianoforte, che se ascoltato con superficialità può far ridere, ma forse un’altra metafora della vita ne accende la luce.

 

Una breve filastrocca ci introduce ‘Sant’Antonio del Porcello’, la quale si alterna tra classico heavy speed metal e thrash raccontandoci questa tradizione popolare molto diffusa nel nord Italia e suppongo non solo. Tutta da ascoltare. Oltretutto oltre che ricordarvi il video in circolazione da tempo, la definirei anche una delle mie preferite del disco.

Nuova traccia acustica ‘Il Gatto Rinchiuso’, ode a uno degli animali più amati dalla popolazione e devo dire che i Vade Aratro ne fanno una descrizione perfetta! Mi sono realmente emozionato nell’ascoltarla.

Lucertole e Libellule’ ha quel piglio rock’n’roll che ci piace tanto, il basso pulsa con vibrante solidità, la voce di Marcello si erge protagonista come del resto in tutto l’album. Anche qui il racconto non può non far pensare alla nostra infazia/adolescenza a contatto con gli animali di campagna, magari quando andavamo a trovare i nonni o gli zii. Emozioni a profusione!

A chiudere il primo vinile ci pensa ‘Sarò Buono’ una ballad composta di buoni propositi verso quegli animali che spesso sono vittime delle nostre paure o voracità.

Il secondo disco (Lato C) si apre con ‘Alla Luna’ speculare alla prima song ‘Al Sole’, sicuramente si! Una poesia messa in musica, forse la più bella canzone scritta dal trio emiliano, un manifesto del metallo agreste, davvero bella e piena di significati! Sound corposo, monolitico con tratti melodici a tratti accennati, basso protagonista e sferzate chitarristiche sostenute da una batteria prorompente. E non mancano i soliti cambi di tempo e qualche omaggio che emerge da note già sentite, ma mai fotocopia di altre band. Metal, thrash, folk, filastrocche, c’è tutto il menù agreste! Del resto la canzone si chiude con un inequivocabile invito a chi ancora continua a guardare il dito…

Nelle strofe de ‘Il Galletto Bianco’ si riconosce il lato popolar/rurale della band quello che a me piace tanto e spero possa piacere a chi vi si avvicina per la prima volta. ‘Charivari’ sembra una canzone di De Andrè per quanto riguarda il testo, che ovviamente va letto ed ascoltato con profonda attenzione.

Un nuovo intermezzo acustico con ‘Il Tesoro dei Vecchi’, ricordi e alimenti tenuti in cantina e non solo che tanto mi hanno ricordato mia nonna. Emozioni. Invece ‘Carnavale’ è liberamente tratta dal saggio ‘Alle origine del Carnevale-Mysteriaisiaci e miti cattolici’ di Giampaolo Di Cocco. Suoni pesanti ne fanno forse la canzone più heavy dell’album, e quella che chiude il terzo lato.

 

Arriviamo così al lato d, quello che chiude ‘Agreste Celeste’, si parte con ‘Ho Sognato un Barbagianni’ triste ballata dal grande significato criptato ma non per questo non deducibile… ‘Dentro lo Specchio’ suona come una simil ballad tra rock e prog e ci racconta quelli che potrebbero essere i ricordi d’infanzia del nostro autore…

La struggente ‘La Lepre Bambina’ alimenta il ricordo e la realtà della caccia spietata ma, al tempo stesso, legge di vita. Si torna ad un potente heavy metal con venature folk ne il ‘Nel tempo di Notte’ dove la tradizione popolare, le credenze contadine emergono nel testo sempre ben composto e affascinante.

Note di pianoforte accompagnano ‘Ho chiesto a 30 rospi’ che ci narra la paura della morte che volenti o nolenti tutti abbiamo. Siamo così giunti alla fine di questo viaggio e la chiosa è affidata a ‘La Nave dei Morti’, la fine della vita? Heavy metal tosto e refrain inossidabile.

 

Vade Aratro hanno osato sfidare il mondo costruendo un’opera monumentale, 22 song non sono cose da tutti i giorni, ma secondo me superano l’esame a pieni voti per vari motivi: l’originalità della loro proposta, l’attitudine dimostrata, la qualità delle composizioni nelle quali hanno messo impegno nel ricercare un modo di narrare che li vede protagonisti in una scena che spesso scrive testi più o meno tutti uguali, senza cercare nella nostra lingua parole diverse e poi la realtà in cui si muovono che conoscono a menadito. E poi le emozioni che trasmettono sono impagabili! Potranno anche non piacere per carità, ma secondo il mio modesto parere questo è uno dei dischi più belli e più vissuti da chi l’ha composto degli ultimi anni. Un disco che trasuda sincerità e questo mi basta per apprezzarne il valore!

Spero non ai posteri l’ardua e definitiva sentenza. Artisti senza tempo in un mondo che brucia tutto in pochi attimi!

 

Klaus Petrovic

 

TrackList

Lato A

  1. Al Sole
  2. La Festa Del Grano
  3. Chicco di Grano
  4. La Punturaia
  5. Populus

Lato B

  1. Sotto la Terra
  2. Il Pesce Magico
  3. Sant’Antonio del Porcello
  4. Il Gatto Rinchiuso
  5. Lucertole e Libellule
  6. Sarò Buono

Lato C

  1. Alla Luna
  2. Il Galletto Bianco
  3. Charivari
  4. Il Tesoro dei Vecchi
  5. Carnavale

Lato D

  1. Ho Sognato Un Barbagianni
  2. Dentro lo Specchio
  3. La Lepre Bambina
  4. Nel Tempo di Notte
  5. Ho Chiesto a 30 Rospi
  6. La nave dei Morti

 

  • Anno: 2021
  • Etichetta: Andromeda Relix
  • Genere: Heavy Metal Agreste

 

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