Nostalgia” è il disco di debutto di UMI, progetto metal strumentale ideato dal ‘chitarrista senza volto’ con la partecipazione al basso di Loris Bersan, alla batteria di Federico Paulovich (dei Destrage) e alla tastiere (e alla produzione) di Larsen Premoli.

Non è consuetudine all’interno della ‘musica Popolare’, a differenza di molta ‘musica Colta’ (per la classificazione della musica ho fatto riferimento al musicologo britannico Philip Tagg), l’uso esclusivamente strumentale della musica come componimento autonomo: l’utilizzo della parte vocale è parte integrante del rock/metal, ove la figura del cantante riveste un ruolo primario anche in tutte le componenti non strettamente musicali, come il carisma, il look e la capacità di stare sul palco. Insolito, quasi raro, ritrovarsi quindi tra le mani un prodotto con queste caratteristiche; il risultato, lo diciamo subito è tinteggiato da luci e ombre.

Si parte con un evocativo arpeggio acustico che è il motivo principale di ‘Distant sea’, una intro con un finale fusion e si rimane subito un po’ spiazzati. Con ‘Memory’s Forest’ le coordinate entro le quali attendevamo di rimanere tornano prepotenti, riff su riff con la sezione ritmica sugli scudi con alcuni passaggi basso/batteria che potrebbero stare su un pezzo dei Death come dei Dream Theater.

Voices’ con il suo riff iniziale leggermente dissonante è il brano più impegnativo dell’intero lotto, va ascoltato e riascoltato per digerirlo, continui cambi di tempo e continui breakdown evocano nella testa le ‘voci’ nei momenti più difficili della nostra vita: secondo chi scrive il pezzo più bello dell’album. Con ‘Lonely nights’ si rallenta nuovamente, una melodia sognante (o da notte insonne?) ci introduce ‘Hollow Love’ che già dal titolo (amore vuoto) ci indirizza su un mood romantico ma fondamentalmente triste che improvvisamente si indurisce e che ci regala un bellissimo assolo di chitarra.

Invisible’ purtroppo non aggiunge altro a quanto già sentito prima, una continua alternanza di parti melodiche e momenti heavy, grande padronanza tecnica ma sembra più un esercizio di solfeggio che una canzone. Bene invece l’ultimo brano ‘Lost’ che chiude la mezz’ora scarsa di questo ‘Nostalgia’ con una sensazione meno opprimente e più positiva di quanto invece traspare nei brani precedenti.

L’album è stato progettato in piena pandemia, dove per ammissione dell’autore, “il periodo di chiusura e depressione si riflette sui brani, che vogliono esprimere con le loro parti melodiche, la necessità di scappare in un luogo sicuro, mentre con le parti più heavy vogliono dare spazio al bisogno di tutti di uscire“.

Luci e ombre dicevamo in apertura di recensione ma anche tanti momenti che scatenano emozioni a partire dalla splendida copertina che rappresenta perfettamente l’autore (?) in balia di un momento drammatico, sostenuto da un essere diabolico che sogghigna soddisfatto. Dategli fiducia, una buona prova che merita di essere conosciuta.

 

Filippo Marroni

 

TrackList

  1. Distant Sea
  2. Memory’s Forest
  3. Voices
  4. Lonely Night
  5. Hollow Love
  6. Invisible
  7. Lost

 

  • Anno: 2021
  • Etichetta: Autoprodotto
  • Genere: Strumentale/Hard Rock

 

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