THE VOURTICOUS – Real and Pure

Titolo migliore non poteva esserci per l’esordio dei The Vourticous, power trio torinese fondato nel 2019 da Brutus Vox Caroli (conosciuto già come produttore musicale), con l’apporto di Alessandro Casotti al basso e Carlo Caprioglio alla batteria. Già protagonisti live in apertura di Marky Ramone i 3 pards esordiscono con ‘Real and Pure‘, 9 canzoni che uniscono il vecchio suono blues ad un hard rock moderno, la vecchia scuola alla nuova, regalandoci discrete emozioni.

La produzione ruvida, molto attinente agli anni 70 trova l’energia della band riuscendo a estrarne il sound fresco e rivitalizzante che il disco emana sin dalle note dell’energica ‘You Train‘, un treno che ci condurrà attraverso lande desolate ed impervie per tutta la durata del disco stesso. A tratti l’energia si adagia in note più suadenti, ma sempre corrosive come nella title track, ma il ritmo deciso è la parte più sostanziosa di tutto il lavoro.

Molto intrigante la voce di BrutusVox che sciorina anche dei solo molto incisivi con la sua guitar bluesy style. Fondamentalmente dalle varie tracce traspare l’amore totale verso il rock e le sue radici, quel rock troppo spesso bistrattato e messo in bocca a persone che non sanno minimamente di cosa significhi la parola rock e tantomeno cosa rappresenti per chi la vive con la giusta attitudine, quella lontana dalle mode.

Tra le mie favorite c’è indubbiamente la trascinante ‘Xxx‘, che forse più delle altre si discosta dal mood dell’album nonostante la chitarra sia decisamente blues, è il ritmo imposto da basso e batteria che ne fanno il pezzo trainante di ‘Real and Pure‘! Qui veramente ci troviamo risucchiati nel vortice imposto dal trio torinese.

Tra un riff blues e uno rock si arriva alla conclusiva ‘Slow Down‘ che ci porta a quelle atmosfere polverose tanto care a noi appassionati d musica seventies, quella sporca impregnata di whiskey, fumo e donne da club.

Un buon esordio dunque per i The Vourticous, sicuramente piacerà a chi dalla musica vuole sudore e cuore e non la gelida tecnologia.

Klaus Petrovic