Gradito ritorno quello dei partenopei The Steel (ex Wizard), la band di Roy Zaniel (basso e voce) ci propone un ritorno all’hard rock venato di blues, specialmente nel suono delle chitarre (Marco Perrone) e nello stile a tratti stradaiolo. 11 canzoni prodotte egregiamente che suonano pulite ed esaltano il lavoro effettuato in studio.
La gestazione dell’album è stata lunga, tra covid e le condizioni di salute di Roy, felicemente risolte, il disco ha preso la sua giusta fisionomia uscendo quasi alla fine dell’anno appena passato.
Come dicevo 11 sono I brani che compongono questa seconda uscita a nome The Steel, si parte con l’elettrica e ridondante ‘Don’t Runaway’ che mette subito in chiaro che I The Steel hanno due palle così, musicisti veri che sanno comporre brani all’altezza di gruppi internazionali, peccato che pur essendo attivi da 40 anni la loro produzione discografica sia minima.
Nel loro hard rock venato di blues ogni tanto riecheggia qualche suono moderno e melodico, spesso non apprezzo questa operazione, ma quando viene fatta con cognizione come su ‘Hold On Tight’ non posso che esserne piacevolmente colpito. L’ottimo scambio basso, chitarra, batteria (Rino Musella) nella parte finale è quanto di più eccitante, musicalmente parlando, ci possa essere. Di questo brano è anche uscito il video.
‘Loving Killer’ esalta ancora di più la vena compositiva del trio partenopeo, si apre un solco tra anni 70 e nuovo millennio, zona comfort in cui I ragazzi si trovano meravigliosamente a proprio agio, ma la successiva ‘I’ve Lost My Woman’ quel solco lo alimenta creando la differenza tra chi sa suonare e comporre e chi pensa di saperlo fare. Echeggi sabbatiani sono evidenti, come è evidente che qui si fa sul serio, riff bestiale e ritornello che si stampa in testa a lungo! Da ascoltare ai massimi volumi possibili, la migliore del disco senza timore di smentita.
Non siamo nemmeno a metà disco e quello che ci attende non è da meno. ‘Until The End Of The World’ dopo la precedente risulta più scanzonata, ai confini tra hard rock e rock stradaiolo, sempre in bilico tra anni 70 e 80, avrebbe fatto la sua porca figura nel Sunset Boulevard.
‘Open Your Heart’ segue la strada della precedente, affondando di più i colpi, potenziale commerciale molto alto, hard rock de-luxe smaccatamente anni 70 con qualche accenno sleazy, ineccepibile sotto qualsiasi lato la si guardi. Sembra assurdo ma non viene sbagliato un colpo, forse sarò io che mi lascio prendere la mano, ma quando ascolto album simili che mi scatenano ogni genere di emozione non posso fare a meno di esaltarli.
Si va avanti con ‘Take It Or Leave It’ che ribadisce l’amore per certo hard rock primordiale, ‘The River’ con un suono di chitarra affascinante e tendente al funky, brani questi più ‘normali’ rispetto ai precedenti, se così si può dire, ci avviciniamo alla fine senza nemmeno rendersene conto e allora diamoci sotto con ‘Fire’dal ritmo cadenzato e dalla voce più calda e coinvolgente del solito che in alcune parti mi ha ricordato i Troggs. Buone le varie accelerazioni che si trovano man mano che il brano va avanti. In ‘Plastic World’ riecheggia la storia dell’hard rock e ci prepara al gran finale di ‘Believe Me’, e come si fa a non credere a quanto proposto dai The Steel? Sarebbe un sacrilegio non riconoscere il valore della band, a mio avviso il miglior album hard rock italiano del 2021!
Posso solo aggiungere che questo è il disco che non può mancare nelle case di chi ama svisceratamente l’hard rock!
Klaus Petrovic
TrackList
- Don’t Runaway
- Hold On Tight
- Loving Killer
- I’ve Lost My Woman
- Until The End Of The World
- Open Your Heart
- Take It Or Leave It
- The River
- Fire
- Plastic World
- Believe Me
- Anno: 2021
- Etichetta: Wanikiya Record/ iMusician
- Genere: Hard Rock
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