Visionoir è una one man band friulana nata nel 1998, per poi entrare subito in un ventennale letargo, finalmente interrotto dal disco di debutto di qualche anno fa. E ora che si è risvegliato, nell’età della ragione e della maturità, il polistrumentista Alessandro Sicur dimostra di avere accumulato molte cose da dire assemblando il nuovo “The Second Coming”.

La musica proposta viene fatta rientrare nella macrocategoria “progressive metal” in virtù della libera interpretazione della struttura-canzone, della tipologia del riffing e dall’uso di “tastiere” ed effetti sonori. Non aspettatevi però numeri funambolici o virtuosismi strumentali, bensì un approccio aperto e possibilista verso i confini dei generi. Quello che appare subito all’ascoltatore è una forte esigenza narrativa: Alessandro ci vuole dire delle cose! E ha talmente urgenza di farlo che spesso la musica sembra quasi un pretesto, un paesaggio sonoro nel quale ambientare i suoi testi, che anziché essere cantati sono piuttosto declamati, interpretati, recitati. Se questo tocco di autoreferenzialità è abbastanza prevedibile e accettabile nel contesto di un progetto solista, va anche riconosciuto che Visionoir chiede molto al proprio ascoltatore, senza gratificarlo poi più di tanto. Un po’ come quegli amici che ti chiamano e poi ti tengono al telefono cinquantadue minuti a parlare dei propri cazzi. Dico questo perché le composizioni musicali, dal punto di vista melodico, non sembrano mai andare da nessuna parte, “pestano in una pietra”, si ripiegano su loro stesse in ellissi e spirali dove le progressioni armoniche non muovono quasi mai verso un climax, ma danno l’impressione di aggirarsi sempre all’interno dello stesso labirinto. Una scelta che potrebbe anche risultare affascinante, ma personalmente, se non fossi stato motivato dallo scrivere questa recensione, dubito avrei sentito la voglia o la necessità di riascoltare il disco più volte.

Lost in a Maze”, giustamente scelta come singolo, presenta al meglio la proposta Visionoir ed è forse il brano che meno di tutti esprime i difetti che ho elencato prima: ha un bell’andamento, armonizzazioni vocali suggestive e una struttura complessa e variegata ma dotata di una buona capacità di narrazione, che la rende credibile. “The Snooping Shadow” invece propone Sicur nella sua versione di istrionico cantastorie, una sorta di King Diamond ancora più sopra le righe, ai limiti del grottesco, che che ci racconta le sue verità in un turbinio di fraseggi elettronici ed effetti stereofonici. La strumentale “Horror Vacui” propone un tema melodico che fa sperare in un’evoluzione che però non arriva mai: ci si deve accontentare di un buon assolo di sassofono.

I brani si susseguono confluendo uno nell’altro, dando l’impressione che il disco sarebbe potuto essere concepito anche come un’unica suite, dove la lettura di scritti di T. S. EliotEzra PoundAntonin Artaud e Dylan Thomas fanno da cardine tra un ambiente sonoro e l’altro, peraltro piuttosto omogenei…

La title track conclude l’opera con intento quasi soporifero, dove voce e sassofono sussurrano morbidamente su una nuvola di synth.

Chissà, forse se questa fosse la colonna sonora di una rappresentazione teatrale con un forte contenuto visivo la si sarebbe goduta con intensità maggiore. Nonostante la professionalità con cui la musica è stata messa insieme (non c’è nulla di squalificante o mal fatto, anzi!) faccio fatica a lasciarmi trascinare nella dimensione onirica, ipnotica, introspettiva e indubbiamente suggestiva di Visionoir. Non voglio parlare di mancanza di talento, perché sarei ingiusto, ma forse è lecito parlare di mancanza di carisma: perché al di là di un evidente sforzo interpretativo ed espressivo, manca il coinvolgimento emotivo indispensabile a farsi accompagnare in un percorso così impegnativo.

 

Marcello M

 

TrackList

  1. Lost in a Maze
  2. The Snooping Shadow
  3. The Vulture Eye
  4. Breathless
  5. Horror Vacui
  6. They Speak By Silence
  7. No More
  8. Born Like This
  9. Silent Sea
  10. The Second Coming

 

  • Anno: 2021
  • Etichetta: Revalve Records
  • Genere: Progressive Metal

 

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