A distanza di cinque anni dall’ottimo ‘Too Heavy to Fly’, i leggendari Vanexa ritornano con una grande opera che, con grande passione e capacità di andare oltre il loro passato, ci emoziona con i suoi bellissimi riferimenti al grande hard rock dei magnifici anni 70.

Molto bella anche la copertina, che risulta essere molto oscura e originale. La Black Widow Records è sempre stata una garanzia di qualità musicale e anche questa volta riesce a farci contenti con questa ottima produzione che, quasi sicuramente, rimarrà nella Storia del metallo italiano (e non solo), ma ora è arrivato il momento di addentrarci nel nuovo disco della band.

Lo straordinario attacco di “The Last in Black“ profuma di Uriah Heep e di Budgie. Bellissima song che, anche grazie alla bravura del singer Andrea Ranfa, riesce a donarci grande carica ed entusiasmo. Da citare il grandissimo lavoro delle chitarre del grande Pier Gonnella e di Artan “Tani“ Selishta. Sezione ritmica eccezionale che, oltre ad essere precisa ed attenta, riesce a dare quel feeling che solo i grandi sanno fare. La band ligure, oltre ad essere un pezzo di storia del metallo italiano, dimostra anche grande umiltà e talento nel suo percorso musicale. Brano eccezionale!

La metallica “My Grave” ci riporta alla migliore NWOBHW (Diamond Head in primis ). Gli esplosivi riff di chitarra, incrociando  le melodie create dal vocalist, permettono di creare dei bellissimi fraseggi che vengono accompagnati da arpeggi dolci e progressivi. Riuscitissimi e bellissimi gli assoli di chitarra che incrociano i cori di Andrea Ranfa. L’unità dei componenti della band è un elemento chiave nell’ascolto di questo album che, ascolto dopo ascolto, risulta essere sempre piu’ gradevole.

Earthquake“, oltre ad aver un coinvolgente alone di Led Zeppelin e Bad Company, possiede un retrogusto blues che regala grandissime emozioni. Da segnalare le linee di basso di Sergio Pagnacco che creano momenti di grande e frenetica oscurità, accompagnate dalla suadente batteria di Silvano Bottari. In alcuni momenti sembra di ascoltare i Rush. Questo è uno dei brani più belli e ispirati di questo bellissimo album.

Altro momento intimo e sensazionale è quello che fuoriesce da “Perfect”. Composizione che riesce a prendere sia dal grande progressive rock degli anni 70 (l’inizio ricorda moltissimo le atmosfere dei Genesis di “A Trick of the Tail”) ma anche dal progressive metal dei Dream Theater e dei Fates Warning. L’empatia musicale e il cuore della band è qualcosa di straordinario e li ringraziamo per questo perché la musica, quando tecnica e feelings diventano un tutt’uno, è Arte pura.

Dopo la roboante “Dr Strange”, la band ligure ci regala un’altra perla con “Dead Man Walking“ dove le influenze progressive vengono ancora piu’ alla luce, con grande ispirazione. Con “Like a Mirage“ il sound ci porta ai tempi dei migliori Whitesnake dei primi anni 80. Chitarre rocciose, basso pulsante, batteria decisa e ritmata e voce decisamente grintosa.

The Last in Black‘, dopo la buona “I Don’t Care“, si conclude con il bellissimo rifacimento della storica “Hiroshima“. Brano che fa parte dello storico album della band ligure “Back from the Ruins”.

Grandi Vanexa e W il Metallo Italiano!

 

Domenico Stargazer

 

TrackList

  1. The Last In Black
  2. My Grave
  3. Earthquake
  4. No Salvation
  5. Perfect!
  6. Armless
  7. Dr. Strange
  8. Dead Man Walking
  9. Like A Mirage
  10. I Don’t Care
  11. Hiroshima

 

  • Anno: 2021
  • Etichetta: Black Widow Records
  • Genere: Hard Rock

 

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