Se vi piacciono i BathoryEreb Altor e i Falkenbach allora potrete prendere in considerazione di dare un ascolto a questo cd.

Erymanthon Seth (questo è il nome d’arte del one man band che canta e suona tutti gli strumenti presenti sui dieci pezzi) ci dice di provenire da Torino e che propone del Viking Metal.

La band viene formata nel 2015 e dopo vari tentativi di far rimanere uniti i componenti e di appianare svariati problemi di non precisata natura, decide di intraprendere il faticoso cammino dell’artista solista e di comporre, suonare e pubblicare basandosi esclusivamente sulle proprie forze. Giunge quindi qui al quarto full – length con in aggiunta un tributo a Quorthon.

Solitamente non mi addentro nelle questioni squisitamente tecniche; in questo caso mi concentrerò sulla presentazione estetica dei pezzi. Al di là del proprio gusto personale (e su questo ci ritorneremo in seguito), c’è da rilevare in questa nuova fatica del ragazzo torinese una evidente povertà di idee, la presenza di scarsa dinamicità, tenuto anche conto che in questo tipo di genere musicale non è che ci si possa lanciare in voli pindarici in termini di realizzazione compositiva e di scrittura. Emerge un appesantimento verso il già sentito, un sentore vago di stantio, i pezzi sono banali e noiosi. Non sempre la semplicità può produrre gli effetti sperati: sì è vero a volte, emozionalmente parlando, un mi minore, un do quarta e, che so, un re minore settima, fatti girare e corroborati magari da un testo intriso di significato semantico ed enfatico, possono farci sgranare gli occhi. Ed è altresì indiscutibile che non sempre lo sbandierare un iper tecnicismo possa portare a delle iperbole di una musicalità solare e celeste e giungere quindi a delle critiche assolutamente positive. Ma qui e mi dispiace asserirlo non c’è traccia nè dell’uno aspetto nè dell’altra questione.

Potremmo disquisire sul concetto di cattivo gusto (a volte bisogna anche capire e definire dei parametri per accostare certe produzioni ai canoni classici di definizione musicale): talora il riconoscimento è istintivo, deriva dalla reazione irritata a qualche disproporzione palese (letracce sono lunghe, ridondanti, hanno elementi che spesso risultano esornativi, la voce è estremamente effettata e spesso risulta fuori tono), a qualcosa che appare fuori luogo, come la cravatta verde su un abito blu. Le varie epoche storiche hanno individuato le regole della misura del cattivo gusto a volte indicandone proprio l’assenza. Potremmo indicare come oltre misura le opere, per esempio, canoviane del Dolore, della Pietà, a Fama e l’Oblio? Formalmente di queste opere non si può predicare una assenza di misura. E quindi si palesa la possibilità per ognuno di articolare i propri sentimenti più autentici in relazione al gusto e all’umore. Forse il cattivo gusto risiede concettualmente nella prefabbricazione e nella imposizione dell’effetto.

Una prova a vuoto ci può stare, aspettiamo Apocalypse con una nuova incisione e nuovi racconti norreni.

 

Leonardo Tomei

 

TrackList

  1. Prologue
  2. Pedemontium
  3. Dark Mountain
  4. I Died By The Mountainside
  5. Crystal Eyes
  6. The Trail Of Ice
  7. Mountain Soul
  8. The Lake Of Witches
  9. The King Of Stone
  10. Epilogue
  • Anno: 2021
  • Etichetta: Earth And Sky Prod.
  • Genere: Viking Metal

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