A differenza dell’afa maledetta che ci ha soffocato in questa estate torrida, la sferzata gelida e cibernetica dei GEOMETRY OF CHAOS ci trascina in un inverno siderale fatto di corpi anomici e corrotti dal silicio.

La band è il nuovo progetto musicale del polistrumentista Fabio La Manna e del batterista Davide Cardella, entrambi provenienti dagli Alchemy Room che ci propongono un progressive metal moderno e molto articolato che ha anche degli umori più eterodossi e alquanto disparati (bravi, bene, molto bene): azzardo a citare i Tool (Idolatry) o addirittura gli Alice in Chains di Tripod (Joker’s Dance  Saturated) – che si traduce in un concept in cui ci viene raccontata una realtà distopica (per certi versi dissimile solo nei gradi di intensità più che nell’effettiva realtà delle cose) di un’umanità completamente assoggettata alla macchina che ha perso la propria individualità e tutti siamo soldati sacrificabili senza identità pronti a servire il nuovo ordine mondiale.

Tutto ciò è ben tradotto nei tempi sincopati e/o dispari proposti, sempre e comunque obliqui alla consuetudine, come nelle chitarre principalmente fredde come l’acciaio, che creano architetture elaborate e a tratti soffocanti, vere e proprie ragnatele sonore che avviluppano l’ascoltatore trascinandolo attraverso cupe atmosfere, seppur molto dinamiche.

A tenerci ancorati alla nostra umanità, unico segnale vivido che ci fa sperare nel futuro, sono le belle voci dei 3 cantanti ospiti, Elena LippeMarcello Vieira e Ethan Cronin , che creano, con il loro calore e i loro colori (madonna quanto sono bravi), la giusta melodia, la perfetta amalgama con il clangore plumbeo e dissonante delle chitarre.

I brano si prendono i loro tempi, dilatandosi e restringendosi seguendo l’ispirazione compositiva, infrangendo la classica struttura strofa-bridge-ritornello e rendendo le composizioni sempre interessanti, dove l’idea motore viene elaborata e sublimata senza mai annoiare.

Paradossalmente, ma fino ad un certo punto, perché ci troviamo di fronte ad un lavoro maturo a tutti gli effetti pur trattandosi di un esordio, si sente anche un gusto più tradizionale in mezzo a tanto futuro: arrangiamenti o rimandi di puro prog rock che mai suonano posticci, anzi, servono a gustare ancora di più i pezzi.

Questo Soldiers Of The New World Order è un lavoro altamente professionale e convincente, ricco di sensazioni, che merita più di un ascolto per poter essere assaporato a pieno: basti citare la meravigliosa Observer uno dei picchi compositivi assoluti del disco, un diamante dalle mille sfaccettature.

A dispetto di quanto preconizzato dalla band in fatto di futuro, auguro loro di raccogliere i risultati di questa semina così fruttifera, perché se lo meritano in pieno, grazie a questo lavoro di una caratura di livello assolutamente internazionale.

 

Cristian Angelini

 

TrackList

 

  1. Idolatry
  2. Joker’s Dance
  3. Spiral Staircase
  4. Garage Evil
  5. Observer
  6. Saturated
  7. Premonition
  8. Soldiers Of The New World Order
  • Anno: 2020
  • Etichetta: Autoprodotto
  • Genere: Progressive Metal

Links:

Facebook

Instagram

Bandcamp

YouTube

Autore