Non si dovrebbe giudicare un libro dalla copertina, eppure io non di rado mi ritrovo a comprare un CD se l’artwork e il titolo mi innescano una visione. Il dischiudersi alla mente di un universo in cui immergermi e possibilmente perdermi. Sulla base di questo criterio probabilmente sarei passato oltre questa release. Facendo una grossa cazzata. Quindi come si suol dire: date retta ad un cretino e fate vostro questo lavoro.

Con perizia tecnica, ma, senza alcun abuso puramente dimostrativo, i Vilemass cavalcano quella particolare linea di confine che li sottrae dall’essere alfieri-clone di una corrente ben precisa di un sottogenere di metal estremo.

Se il caleidoscopico songwriting potrebbe ricondurre ad un impianto di matrice Brutal, il rifferama ha il sapore del thrash metal dei primi Death Angel, quell’approccio alle ritmiche di chitarra che contiene i semi del death metal ma non si è ancora reso “materia specifica”.

Certamente i Vilemass hanno dalla loro il vantaggio di vent’anni di sviluppo del metal estremo e includono in un impianto di thrash tecnico soluzioni prettamente death, sconfinano nel grindcore e ci regalano accenni djent con andamento desert/stoner (‘Made of Lies‘).

 

Probabilmente recensori muniti di una maggiore erudizione nella gestione delle “etichette di dettaglio” non saranno d’accordo, ma io ritengo che il lavoro dei Vilemass sia un’ottima prova di thrash metal moderno che, a differenza di certo revivalismo che propone soluzioni radicate nei primissimi anni 80, del thrash metal raccoglie e riprende le “conseguenze”. Raccoglie i frutti di una ricerca nella costruzione del riffing chitarristico e della sua “orchestrazione” con la sezione ritmica caratterizzato da un mood e da atmosfere che furono e sono univoche e inconfondibili.

Non è solo grazie alla produzione nitida e corposa dal gusto analogico, cui va una decisa nota di merito, che si definisce l’appartenenza ad un genere: per come la vedo io è l’intenzione che fa la differenza. Ecco che si possono includere soluzioni a la Cryptopsy (‘Carnage by Slut‘) e rimanere nel solco del migliore thrash tecnico coronato da solismi (quelli si) definitivamente ottantiani e da una voce robusta e imperiosa che non indulge in manierismi sulle “false corde”, risultando così riconoscibile e personale.

Oltre che maledettamente autorevole.

In definitiva questo lavoro dei Vilemass si impone con una visione chiara e personale della materia trattata, restituendo al thrash metal la propria prerogativa di musica “di margine”, di ricerca. Offrendo il classico lavoro che convince al primo ascolto e mette radici, affondando in profondità, un centimetro alla volta, un ascolto alla volta.

 

TrackList

  1. Brain Filth Waves
  2. Beast Of No Land
  3. Carnage By Slut
  4. Perverse Affliction
  5. Blaze To Sanify
  6. Gore Weed Distortion
  7. Made Of Lies
  8. Murderous Insanity
  9. Fire On Apocalypse
  10. Fire On The End

 

  • Anno: 2021
  • Etichetta: Cult Of Parthenope
  • Genere: Trash/Death Metal

 

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Autore

  • classe 1970, dopo aver fatto studi musicali classici scopro a 15 anni il metal. a 17 anni il mio primo progetto (incubo - thrashgrind), poi evolutosi in thrash tecnico con gli insania (1989-1997) e infine in death-thrash con insania.11 (2008-attivo). prediligo negli ascolti death e black ma ho avuto trascorsi felici con la dark wave e l'industrial. appassionato di film e narrativa horror, ho all'attivo un romanzo pubblicato e la partecipazione con dei racconti ad un paio di antologie.

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