Gli Undertakers non hanno certo bisogno di presentazioni, il loro nome ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica estrema qui in Italia.

Nati sul finire del 1991 come band dal suono Death Metal classico condividono presto il palco con band del calibro di Napalm Death, Suffocation, Sinister, Malevolent Creation, Vader, Cannibal Corpse, Vital Remains, Fuzztones, Dog Eat Dog, Krabathor e molti altri!

Nel frattempo il loro suono si evolve mescolando tendenze Brutal, Grind e Hardcore, infatti segnano la scena grindcore italiana con il mitico album “Vision, Distortion, Perversion“.

Nel 2003 tornarono nello split “Noise in Stereo..chaos in Musicae” e registrarono una cover Grind di “Ripetutamente” dei 99 Posse, un tributo giocoso/brutale finito anche nel doppio album per il decennale del gruppo citato.

Arriviamo all’ottobre del 2020 quando i nostri ritornano prepotentemente con questo “Dictatorial Democracy“, un ritorno pieno di attitudine e devastazione che l’old school sa dare! “Hate since 1991

L’album raccoglie pezzi nuovi e i cavalli di battaglia del passato, agguerritissimo già dalla copertina e il titolo dell’album, il caso (ma neanche tanto caso) vuole che la copertina è stata censurata da alcuni social per essere troppo “sovversiva”, infatti ritrae tutto lo schifo del mondo moderno, dalle ingiustizie classiche, i soprusi, l’imperialismo e un bel colpo anche a quelle finte opposizioni che si credono ribelli ma alimentano la piovra della globalizzazione.

Non ce n’è per nessuno e si parte a bomba con “Best Hate” in puro stile Death/Grind, un riff cadenzato e lugubre prima di irrompere in una furia Grind con un martellante Blast Beat e le due voci (in growl e scream) sprizzano odio e rabbia all’ennesima potenza proseguendo con un gioco di chitarre in stile Death Metal, ottimo il ritornello.

La Titletrack “Dictatorial Democracy” si presenta con un brand Death in medio tempo con ottimi riff alternati da squarci scream furiosissimi partendo poi di botto con un giro Hardcore da mosh pit che ci porta a “Religion is a Crime” che ci aggredisce in maniera Hardcore Punk/Grind martellante, ottimo anche qui il ritornello che brucia dentro ,interessantissimo anche lo stacco centrale quasi da pausa d’atmosfera e ripartendo con un cantato scream cavalcando dei potentissimi riff Death Metal.

Arriviamo ad una succosa cover di “Fascist Pig” dei mitici Suicidal Tendencies rimarcando senza compromessi la vena old school.

Subito dopo una intro ci spedisce dritti a “I’m The Motherfucker”  un deliziosamente strafottente (o spirito di rivalsa) brando Grind con un growl molto gutturale e brutale, un brano che tiene un ritmo pazzesco dall’inizio alla fine, incalzato da ottimi sprazzi tecnici che ci porta alla cover di “Ripetutamente” dei citati 99 Posse, rivisitata in chiave puramente Grind con un riff maligno e poi sparata a mille dando un simpaticamente brutale tributo a questi ultimi.

Un urlo cavernoso ci porta a “My Pride” che tocca quasi il Brutal Death Metal in stile Cannibal Corpse colpendoci ripetutamente come un martello pneumatico, rabbia,tecnica e avanzare a testa alta!

The Night Of The Bastards” continua su questi lidi premendo sull’acceleratore con blast beats letali e stop and go che rendono il tutto ancora più dinamitardo con scream in ritornello in una spirale da inno veramente incazzato portandoci a “It’s Tim To Die” che in men che non si dica riprende a colpirci a suon di mitragliatrice Grind ma con controparti tecniche dosate benissimo e rallentamenti marcianti a mò di sentenza.

The Riotmaker” innesca subito la rivolta, un inno brutale contro il sistema, verrà subito la voglia di marciare in strada dopo essersi spaccati e incendiato la mente nel mosh pit incalzando subito “Society Vs Society” a suon di bombardamento a tappeto, quasi apocalittico qui, usando degli stupendi riff e intramezzi che strizzano l’occhio al Thrash Metal, senza tregua.

L’ultima scheggia è la classicissima “Human Decline“, sempre con il sapore genuino degli albori di questo genere, meravigliosi gli stacchi Death Metal brutali alternati da tempi sparati a velocità immane e la voce ruggente e scream laceratissimi.

Che dire, con questa nuova uscita gli Undertakers ritornano a rimettere i puntini sulle i, più vivi che mai e rimarcando l’attitudine old school sia nella musica che nello spirito, di cui noi siamo tutti debitori.

Una bandiera indispensabile innalzata da pezzi di storia come loro, che hanno iniziato e che continuano a tracciare il solco, urlando tutta la furia verso la realtà che ci circonda!

 

Draugar

 

TrackList

  1. Best Hate
  2. Dictatorial Democracy
  3. Religion Is A Crime
  4. Fascist Pig (Suicidal Tendencies cover)
  5. I’m The Motherfucker
  6. Ripetutamente (99 Posse cover/grind version)
  7. My Pride
  8. The Night Of The Bastards
  9. It’s Time To Die
  10. The Riotmaker
  11. Society vs Society
  12. Human Decline

 

  • Anno: 2020
  • Etichetta: Time To Kill Records
  • Genere: Grind Metal

 

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