Una formazione che proviene dal passato e bisogna veramente risalire i crinali tortuosi del tempo e fermarci intorno alla fine degli anni 80 del secolo scorso. In effetti c’è un rimando a quelle atmosfere passate, patinate, quasi ovattate, astratte, si sente una ricerca per la purezza dei suoni. Questi sei pezzi che suonano di nostalgico erano stati registrati in una demo nel 1991 ed è stata riscoperta, scovata e pubblicata in questa nuova veste in questo anno che sta per finire dalla etichetta tedesca.

I componenti che hanno preso parte alla registrazione sono musicisti validissimi: il tastierista Gabriele Bulfon, cinquantenne milanese, ha studiato per dieci anni Storia della Musica presso la Civica Scuola di Musica “Claudio Abbado” ed è attualmente un pianista e compositore di successo e di fama internazionale; il batterista/cantante Marco Ferranti è membro di una delle più quotate formazioni di tributo ai Queen; il cantante Vittorio Ballerio ha dato la propria voce ad una formazione storica quale gli Adramelch ed infine il bassista Franco Avalli collabora costantemente con il tastierista e nel campo Jazz/Fusion è molto ricercato per la sua tecnica.

I sei pezzi qui riproposti appartengono ad un Prog più accessibile anche a chi non mastica scrupolosamente il settore ed il mondo dei funambolici delle 12 note. Tanta la melodia presente (“Lemuria” cita spesso nei passaggi i Genesis quelli non estremamente sperimentali), che, sapientemente dosata ed equilibrata con quella giusta ricerca armonica, non banalizza il contesto generale rendendola scontata evitando di correre il rischio di scadere nella mielosità melodica tipica di un certo cantare italico (la struggente “Still Ages” dopo un inizio con alcune dissonanze lascia il posto ad un cantato corale e profondo). Possiamo dire che a volte si sconfina versi territori legati ad un certo Pop d’autore e l’inizio di “Holy Office” ne è un esempio che sembra un connubio fra gli Yes ed un certo modo di fare musica di C. Cross.

Non oso addentrarmi in analisi tecniche che non mi competono poichè sono assolutamente all’oscuro di certe strumenti critici legati alla scrittura musicale, contrappunti, abbellimenti ed accenti; quello che posso descrivere qui è ciò che arriva al mio orecchio: un insieme di suoni che è stato magistralmente congeniato, cambi di passo e stacchi che danno ampio respiro alle composizioni ed al loro relativo ascolto.

Per chi ricerca un po’ di pace, di tranquillità, un po’ di pacatezza, di toni morbidi, un po’ di atmosfera rilassante quella da dopo cena con luce soffusa, un buon bourbon nel neat glass, camino acceso; ebbene ascoltatelo questo ‘1991′ e lasciate sprofondare le vostre membra nella poltrona e chiudete gli occhi, un’altra ennesima giornata  è passata ed è alle spalle ed è ora che godiate di qualche attimo di godimento sonoro.

 

Leonardo Tomei

 

TrackList

  1. Atlantis (an empire)
  2. Still Ages
  3. Lemuria
  4. Enter
  5. Holy Office
  6. Gondwana
  • Anno: 1991/2020
  • Etichetta: Pure Prog Records
  • Genere: Progressive

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