Band molto giovane questo quintetto proveniente dalla provincia di Venezia (come fra l’altro i più quotati Maddox recensiti qui su queste pagine) che ci propone il proprio album di debutto dopo un ep pubblicato nel febbraio dello scorso anno.

Le tracce sono in totale sette con un intro ed una outro non suonate, e nella maggior parte dei casi ci rimandano, come è ovvio che sia data la non veneranda età dei componenti, ad un sound molto moderno; ma andiamo con ordine.

La traccia numero due si apre con una pseudo introduzione molto pomposa quasi epica che ci spinge a presupporre un ascolto verso un pezzo molto tirato quasi Manowar style, ma si passa dopo circa 40 secondi ad una song che starebbe tranquillamente nella scaletta per un concerto dei Lacuna Coil, con in aggiunta una apertura ulteriore quando incontriamo il ritornello, verso un Pop Rock in stile americano.

Gasoline” invece evidenzia un bel groove, un Blues elettrico, una song perfetta per una serata al pub con gli amici a bere della birra; in questo caso la voce della cantante si amalgama molto bene con le chitarre e la tastiera.

Nell’ordine della tracklist la quarta canzone mi ricorda molto gli Evanescence per quell’incedere melanconico sottolineato dall’iniziale arpeggio in minore; molto decadente l’atmosfera creata e ben rappresentata dall’assolo di chitarra.

Si passa a “Wake Up” e non ci allontaniamo moltissimo dalle sonorità che possono essere accomunate al combo veneziano con quelle della band di Cristina Scabbia.

Probabilmente nei tre minuti della sesta traccia l’intenzione di Elia (il chitarrista solista) e soci era quella di sfornare una hit da classifica il classico single che spopola, ma il coro inziale, mi spiace dirlo, mi ricorda un certo Ligabue (non il pittore…) ed il resto della canzone vira decisamente su quel Punk Rock anni 2000 poco edificante.

Dopo la lunga parte strumentale (un minuto e 24 secondi su tre minuti e 57 secondi di canzone) in “The Climber” si sente emergere la voce della Chiereghin che pare assomigliare parecchio a quella della triestina Elisa quantomeno quella del primo periodo.

Essendo la band formata da elementi con pochi anni alle spalle, ha tutto il futuro davanti per migliorare e, secondo il modesto parere, dovrebbe prendere il via per uno slancio evolutivo dalla traccia finale quella che chiude questo full – lenght: “Lady Shame” mette in risalto le contrapposizioni vocali fra la Chiereghin e le voci maschili, creando un bel tappeto di oscurità, infarcendo le strutture armoniche di trame misteriosamente tenebrose; l’atmosfera in generale della canzone mi ha rimandato a quel periodo da giovane quando frequentavo una delle prime disco Rock e dove fra i tantissimi altri passavano i Jesus And Mary Chain. Partirei da qui, da questo senso di inquietudine, da una sensazione di oblio infinito, una precarietà che pervade tutto il pezzo.

 

Leonardo Tomei

 

TrackList

  1. Intro
  2. Storm
  3. Gasoline
  4. Run
  5. Wake Up
  6. Ghost
  7. The Climber
  8. Lady Shame
  9. Outro

 

  • Anno: 2020
  • Etichetta: Wormholedeath Records
  • Genere: Progressive Metal

 

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