Il progetto musicale poggia nella figura carismatica ed oscura di Antonio Bartoccetti che, dalle Marche, agli inizi degli anni 70 (ma qualche biografia asserisce anche prima), decise di salire a Milano e dar voce e vita alla propria irrequietezza adolescenziale.
Ha alle spalle esperienza da vendere, tantissima preparazione didattica nella materia, riesce a portare avanti con immutata energia il verbo del prog tanto da smuovere stima infinita per la caparbietà e la perseveranza.
I cinque pezzi qui presentati sono orientati, a mio modestissimo parere, verso atmosfere più marcatamente dark gothic, se non altro per un massiccio uso di tastiere, organo e suoni che ricordano molto da vicino il clavicembalo. Il primo componimento ricorda da vicino un gruppo storico come il Banco Del Mutuo Soccorso soprattutto nell’attacco: centrale è il tema della caducità terrena dell’uomo che non riesce ad avere un altro orizzonte se non quello effimero del guadagno facile, fonte di quell’unica fede che pericolosamente può far vacillare l’unica certezza che miracolasamente riuscirebbe a salvare l’uomo dalla sua infinita ingordigia. Tutto questo correre mondano ed apparente avrà la sua fine naturale con la spada consolatrice che renderà giustizia e libererà i propri nefasti uccelli. La Terra accoglierà aprendosi e coprendo di denso e oscuro sangue questo uomo moderno che ha perduto il senso profondo del proprio vivere quotidiano.
Vi è nella musica di Bartoccetti un richiamo alla sfera intima della propria egotica spiritualità, un cercare di far innalzare lo sguardo oltre il nostro finito oggi, vi è attraverso il viaggio musicale una sorta di invocazione a quella luce cha ha condotto un Dante smarrito alla salvificazione, che ha comunque portato l’intera umanità a vivere fino ai giorni nostri, a questi tempi attuali. Questo probabilmente il significato della scelta di far declamare in latino il secondo pezzo dalla cantante Fiamma Dello Spirito, un rimando alle nostre origini, un monito fermo ed imperituro.
Attraverso la lievità e la leggerezza delle atmosfere accostabili, come colonna sonora, ad un film italiano del periodo primi anni 60, atmosfere percepibili con l’ascolto di “Jacula Valzer“, si giunge alla straziante, pessimistica, struggente, solitaria “Long Black Magic Night” dove la narrazione in inglese (la cui pronuncia non è impeccabile), con la voce soave e delicata della cantante, insieme al suono del violino e del flauto, lascia spazio ad immagini quasi medioevali dove lande desolate sono percorse da immobili foschie. Il cavaliere errante riuscirà a tornare al proprio vecchio castello per trovare il meritato conforto e riposo? Bisogna avere sete del divino… Sempre!
Leonardo Tomei
TrackList
LATO A
- U.F.D.E.M.
- Presentia Domini
LATO B
- Jacula Valzer
- Long Black Magic Night
- In Old Castle
- Anno: 2020
- Etichetta: Black Widow Records
- Genere: Prog Dark Gothic
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