Dalla cittadina di Montebelluna, posta nella parte occidentale della provincia trevigiana, famosa per il Museo dello scarpone e della calzatura sportiva, proviene questo quartetto (già BadAss) che ci presenta il loro terzo lavoro composto di dieci pezzi.

A parte qualche apertura a sperimentazioni tecniche (leggasi tempi sincopati e/o dispari con cambi di atmosfera sintetizzabili nella sesta traccia) il cd si colloca in una zona epocale determinabile dai riferimenti a band quali Skid Row soprattutto quelli di inizio anni 90. Le sonorità ovviamente sono moderne, ma questo ormai è un dato di fatto per tanti gruppi degli ultimi 20 anni (lo sappiamo che la tecnologia ha fatto passi fa gigante…), e quindi godono di una freschezza immediata: “Mind Kind” ne è l’esempio dove incedere e cantato ricordano da vicino i Disturbed.

Scorrendo le canzoni, traccia che risulta molto accattivante è “Truth” un componimento musicale spensierato ed arioso che mi fa venire in mente gli anni 80 e le corse in bicicletta sul lungomare: walkman, capelli al vento e via di metallo dritto nelle orecchie. Tutto sommato questo album non ha qualcosa di negativo, ma a parte lo slancio iniziale alla Ugly Kid Joe di “Everything About You“, le tracce si susseguono con una foggia tendenzialmente manieristica, suonano politicamente corrette.

A onor del vero nell’ultima traccia vi è una sorta di colpo di coda, una voce rabbiosa quasi a voler esprimere la situazione di questi ultimi periodi dove una società crocifissa rischia veramente di essere messa in ginocchio. I quattro veneti capiranno che qui non vengono messe in dubbio la perizia tecnica e la preparazione teorica che sono di ottimo livello, ma è il risultato delle componenti emotive di rimando che a volte fatica a giungere a compimento. Qui si pone una questione circa la funzione della musica nella società moderna: la musica generalmente è considerata un’arte come le altre forme espressive e nel corso degli anni (mi viene da dire dei decenni) ha presentato domanda per poter ottenere una sorta di pretesa di autonomia estetica. Ma qui si apre un altro contenzioso teorico: in primis cosa intendiamo per opera d’arte e nel caso quando si può effettivamente stabilire il confine tra una mediocrità generalizzata ed una più approfondita conoscenza della materia. Se però il tipo di coloro che intendono la musica come passatempo è di gran lunga più diffuso e si preoccupa ben poco dell’esigenza della autonomia estetica, avvertire che questa funzione sarebbe quella appunto del passatempo non basta, poichè bisognerebbe chiedere come possa servire sia pure da passatempo qualcosa che non è più percepito affatto dalla coscienza e dall’inconscio per quello che è.

Sarebbe troppo razionalistico voler riferire la funzione attuale della musica alle reazioni degli uomini che vengono in contatto con essa. Gli interessi che badano a rifornirli di musica e il peso individuale delle opere ormai esistenti sono troppo forti per poterle confrontare di fatto e dovunque con il bisogno reale: anche nella musica il bisogno è diventato pretesto del settore produttivo. Rimando a voi il quesito ontologico: un’opera per essere definita tale a quali canoni estetici deve rispondere? Quali caratteristiche deve presentare per essere spacciata come prodotto commerciabile?

 

Leonardo Tomei

 

TrackList

  1. Crucified Society
  2. Endless Race
  3. Free Falling
  4. Divided
  5. Mind Kind
  6. Freedom
  7. Final Night
  8. Believe
  9. Truth
  10. Blackned Tornado
  • Anno: 2020
  • Etichetta: Sliptrick Records
  • Genere: Hard Rock Rock

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