Avete presente quando incontrate una persona che avete amato poco più che da adolescenti? Subito, improvvisamente sale una sensazione, come di lava eruttante, un caloroso, inebriante ricordo di quel periodo, di quella passione travolgente, di tutti quei sospiri affannosi e a tutto questo susseguirsi di immagini libidiche fa da contro altare la visione attuale, il momento stesso dell’incontro, tutto ciò che avete di fronte ai vostri occhi.
Ebbene recensire le Trombe per me è come incontrare la mia prima fidanzata alla soglia dei miei 51 anni: accecato come ero, in quel lontano inverno del 1986, non percepivo minimamente i difetti… Premesso che non è assolutamente semplice nè facile usare la comicità, l’ironia, la retorica grottesca e non rischiare di cadere nel banale o nel già detto e spesso tanti artisti rimangono un po’ schiavi della prova d’esordio soprattutto nel caso in cui questa ultima abbia avuto dei buoni riscontri in termini di vendita e di critica, i nostri, ordunque, cercano di di gettare un ponte ipotetico di continuità col passato e nel contempo di migliorare la resa sonora.
Il risultato è abbastanza soddisfacente nella registrazione e nel mixaggio (il passo in avanti è sensibile ed è ampiamente percettibile a chi come me ha ancora memoria uditiva dei primi due demo su cassetta), a livello testuale invece, come detto poca’anzi, non è agevole ottenere sempre dei risultati eccelsi quando si ara il campo dell’ironia.
“Beppe La Bambola” come tematica ricorda molto “Ir Gallaccio Di Riglione” dei pisani Gatti Mezzi, una sorta di Rambo in salsa provinciale. I riferimenti al tempo che scorre sono rimarcati grazie ad un gioco situazionale che si dipana tra un giro all’Ikea ed un concerto degli Slayer, mantenendo sempre fissa la critica ferrea di noi prodi metallari verso tutto ciò che è una schifezza universale tipo la musica proposta da “Fedetz“. Si sa se ne sono occupati medici, filosofi, registi di cinema, anche la Bertè ne ha fatto una vaga allusione, ma il problema del meteorismo ci tartassa in continuazione provocando imbarazzo anche in chi lo subisce: povera Rosaria, che da vegana convinta è ignara dei risultati prodotti dalla dieta proposta, e le “Mancherà L’Aria“, subendo pure una autocitazione da parte delle Trombe (eh scusate chi meglio di loro…). Il mio medico lo dice sempre tromba di culo sanità di corpo, quindi seguendo il suggerimento dei nostri, date fiato agli sfinteri ma per evitare spiacevoli ed improvvise evacuazioni sul pavimento tenete a portata di mano un “Folletto“.
Il concetto del tempo che malinconicamente trascorre, trapela nella song “Quattro Assi“: la generazione che ormai ha qualche acciacco, ma data la tempra, l’esperienza accumulata, è sempre qui a rompere il cazzo! “Subbuteo” e “Gemme Di Pino” fanno i conti ancora con i problemi legati all’età, vengono elencati disturbi alla memoria e questioni esistenziali legate ad una alitosi che nemmeno l’Arbre Magique risolverebbe. Ed in effetti anche loro, le Trombe Di Falloppio, si rendono conto di essere impresentabili, di non lavarsi i piedi, le ascelle, di non conoscere l’uso del dentifricio, ma in fin dei conti non si sentono in imbarazzo pur facendo “Schifo Al Cazzo“. Ma non fatevi trarre in inganno, i piemontesi sono assai sensibili ai problemi attuali, in primis quello gravoso dell’occupazione e sono pronti a dare gratuitamente una soluzione per chi è in cerca di lavoro o anche per chi dopo tanti anni lo ha perso. Non vi resta che ascoltare “Padre Abarth” e scoprirete la ricetta vincente.
Un’ultima cosa: lascio a voi indovinare quale canzone originale (o più d’una nello stesso pezzo) si celi dietro a vari titoli. Buon ascolto.
Leonardo Tomei
TrackList
- Beppe La Bambola
- Fedetz
- Ti Manca L’Aria
- Folletto
- Ascella Marcia
- Quattro Assi
- Subbuteo
- Gemme Di Pino
- Gastone
- Faccio Schifo Al Cazzo
- Padre Abarth
- Fedetz (radio edit)
- Anno: 2020
- Etichetta: Rockshots Rec
- Genere: Heavy Metal demenziale
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