Si parte subito a bomba con il secondo pezzo (il primo pezzo è una introduzione corale – bellica di circa un minuto) che ci ricorda gli Accept dell’ultima epoca con un cantato che però rimanda all’originale Ubaldo nostro periodo anni 80. Non una traccia tiratissima ma l’uso intelligente della doppia cassa non ne appiattisce la potenza, supportando magnificamente e coscienziosamente la voce di De Zordo. Originaria di Treviso, la band si è formata nel 2018 ed in poco tempo è riuscita a dare alle stampe questa prima fatica omonima completamente autoprodotta ed il risultato è più che apprezzabile per resa sonora ma anche per la qualità esibita. L’ardimento è stato sicuramente nella scelta di un moniker impegnativo da presenziare, moniker che vuole rendere omaggio al reparto del regio esercito distintosi durante la prima guerra mondiale quella del 15/18 per intendersi, ma non di questo secolo.

In effetti la musica proposta rimanda molto alle cannonate che arrivavano in trincea, al posto delle baionette viene lasciato spazio alle sciabolate taglienti delle due chitarre quella solista di Marshall e quella ritmica di Colusso. Si rimane comunque entro i confini di un massiccio, potente e perentorio Heavy Metal: l’incedere di “Guilty Of Homicide” richiama il lento avanzare delle truppe che combattevano aspramente nel fango o nella neve per conquistare soltanto qualche metro di posizione. Tutto il dolore di tutto il mondo è racchiuso nella sesta traccia di sapore vagamente angriano: lenta, dolorosa, tristissima e nel contempo rabbiosa, latrante, schiumante di una rabbia contro le malvagità, un grido (forse l’ultimo) lanciato come un dardo, un grido di dolore nei confronti di tutti i mali che affliggono l’umanità intera.

Paradossalmente il sound si modernizza per narrare l’esistenza di un nemico antico: il rimando ai Nevermore pare scontato, anche se le potenzialità del singer trevigiano permettono alla band aperture melodiche abbastanza estranee al defunto biondo cantante del combo a stelle e strisce.

Un buon esordio, i cinque (oltre ai già citati troviamo alla sezione ritmica bassistica Diego Bordin) riescono a miscelare sapientemente e piacevolmente i canoni classici (a volte certi passaggi di doppio pedale di Novello ricordano la potenza e la precisione dei Manowar) con un tocco di sound contemporaneo; mi sarei aspettato una ulteriore accelarata nel finale, una ultima sferzata negli ultimi due pezzi, sebbene non siano due composizioni tirate lì come riempitivo, quei pezzi che danno l’idea di essere stati tirati fuori da un cassetto di una scrivania polverosa in chissà quale soffitta; mi sarebbe piaciuto che venisse fuori maggiore potenza. A mio parere e gusto personalissimo la conclusiva “Daily Holocaust” doveva essere incentrata e basarsi sul tema centrale del ritornello. Comunque rimane un buon cd di Heavy Metal non scontato (non nel senso economico del termine) e questo per il genere rappresenta già un passo in avanti.

 

Leonardo Tomei

 

TrackList

  1. Avanguardia Di Morte
  2. Ardityon
  3. Our Music
  4. Archons Attack
  5. Guilty Of Homicide
  6. Pain Of The World
  7. Ancient Enemy
  8. Zombie Apocalypse
  9. Glory Day
  10. Daily Holocaust
  • Anno: 2019
  • Etichetta: Autoprodotto
  • Genere: Heavy Metal

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