Ci sono band che riescono ad amalgamare una visione potente, atmosferica, intimista e con un forte impatto visivo e simbolico, come un mosaico che colpisce l’apparato uditivo e visivo al tempo stesso.
Un mosaico costruito dai The Mothman Curse!
Le radici di questa band ci portano nel 2008 ove iniziarono con alcune cover alternate ad inediti, in seguito tutto si fermò fino al 2017, anno di ufficiale rinascita del gruppo che spinto a voler esternare rabbia, frustrazioni, ansie, malinconie e dolore si è rimesso subito in pompa magna, generando un suono molto particolare, molto pesante con parti acustiche e dolci, introducendo una originale presenza scenica, presentandosi con inquietanti maschere come a voler rappresentare ognuna delle sensazioni sopra descritte una per una.
Debuttano subito nel 2018 con il primo album “Hope” partecipando anche all’Arezzo Wave Contest e al Treviso Rock Contest seguito anche da presenze live con le band della zona.
Il 18 marzo 2019 hanno pubblicato il loro secondo album “The Curse“; entrambi con Masd Records.
Un suono pieno, pesante, martellante ma anche malinconico, dolce, intenso come uno strano viaggio onirico. E qui andiamo a sviscerare questa seconda opera, “The Curse” presentato da una copertina di impatto ma misteriosa e direi psichica.

L’album si apre con “Esruceth“, un intro molto ritualistico e notturno, come davanti ad un fuoco acceso in un bosco al crepuscolo, magari davanti a un edificio cupo e abbandonato…che potrebbe essere la parte più sensibile, cupa e nascosta della nostra mente.
Si arriva a “Dead Men” che carica come un toro inferocito, riff cadenzato e martellante che ricorda in tutto i migliori Slipknot ma con un’impronta tutta personale e più felina, la voce graffia tenendo i growl più spinti nelle parti più emblematiche, ritmo devastante alternato a ritornelli più riflessivi con un ottimo pathos.

Panik Attack” arriva devastante come una bomba che esplode e successivo chaos (in questo caso il mosh pit), devastazione condita con dei ritornelli di ottima fattura e una voce in pulito che ci sta a pennello arrivando a “Only a Number” dove questa onda in parte si infrange in un riff roccioso e rabbioso ma sovrastato in maniera ottima da parti in pulito ove la malinconia la fa da padrona, come un grido di disperazione riportato a un finale di rivalsa.
Shut Your Mouth” si impenna nuovamente con un intro minacciosa fino ad un susseguirsi di colpi letali, una vera dichiarazione di guerra, come una manata nelle gengive …nuovamente fermata da “Otherside The Mirror” dove l’atmosfera porta ad una sorta di dialogo interiore preciso e pesante con dei bellissimi arpeggi malinconicamente dolci sul finale.
I’m Not A Hero” dà una sventagliata ritmica quasi Punk in un tappeto pesante ma drammatico, un bello squarcio di riflessione furente dalle parti pulite molto ben calibrate ed espressive che ci trasporta fino a “Memento Mori“, una ballata molto bella ed evocativa, tra parti acustiche ed impennate, un’atmosfera intima, la descrizione forse di un addio o di un qualcosa di infranto dentro di noi per sempre ma con la voglia di urlare.
Vengeance” ci riporta a un passo strascicato…come quando ci si rialza dopo una forte caduta e non si vuole mollare e pronti a colpire di nuovo, un concetto da esprimere a denti stretti e dritto in faccia, dove ogni componente continua in maniera granitica e compatta.
Arriviamo ad un brano “No title“, nessun titolo ma rende chiaro e continua il discorso: ricomincia il tutto a martellare e ringhiare squisitamente ma molto più riflessivo, da notare un ottimo gioco di basso che risuona come un segnale minaccioso alternato da frammenti come schegge emozionali che pulsano nella mente e un finale da arringa conquistatrice.
The Exorcism” tiene un tempo medio ma con un atmosfera maligna che aleggia per tutto il brano ricreando una sensazione di inquietudine con una voce che si fa sempre più profonda, senza mai spegnere un ritmo che non può non far scapocciare e ci porta dritti alla conclusione (e titletrack) “The Curse“: circa sei minuti di puro ritualismo, riprendendo le prime note dell’introduzione i nostri ci portano in un sogno maledetto, dilatato, enigmatico, in alcuni tratti mefistofelicamente beffardo andando a dissipare lentamente tutto quanto, lasciando l’ascoltatore colpito nella mente e nello spirito!
The Mothman Curse meritano per il loro stile con una forte dose di personalità, che prova a spaccarti la mascella ma anche a far riflettere e far venire un brivido nell’anima, con atmosfere particolarissime degne di un quadro o di un sogno! E questo album ci riesce parecchio!
Attualmente pare stiano preparando nuovo materiale! Noi siamo qui ad aspettarlo sicuri di ascoltare altre perle come questa!

 

Draugar

 

TrackList

  1. Esruceth
  2. Dead Men
  3. Panik Attack
  4. Only A Number
  5. Shut Your Mouth
  6. Otherside Of The Mirror
  7. I’M Not Hero
  8. Memento Mori
  9. Vengeance
  10. No Title
  11. The Exorcism
  12. The Curse

 

  • Anno: 2019
  • Etichetta: Masd Records
  • Genere: NU Metal

 

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