Il sole calò sopra l’orizzonte. Un salmodiare sommesso di numerose voci femminili che intonavano un canto blasfemo. Prima sommessa, poi sempre più frenetica e feroce, la melodia pareva creare una sorta di vibrazione che emanava dalle gole delle officianti e contaminava di sé la radura. Parevano come trasfigurate dall’estasi, mentre seguivano cantando una lenta processione.

Qui tutto sembra scritto da un Demone che presiede un’orgia rituale, mentre su pergamena riporta gli scempi più peccaminosi che la carne possa subire, utilizzando come calamaio l’ano di fanciulla, carponi, bendata e con le braccia legate, con le sue terga vibranti che sorreggono due enormi ceri, neri come la pece, che lasciano grondare, copiose, lacrime bollenti sulle sue carni immacolate, marchiandole per molte lune a venire, mentre in lei si insinua il verme della lussuria che le preme il ventre molle e sussultante, cibandosi dei suoi mugugnii e dissetandosi dei suoi umori.

L’ingresso nella notte del pensiero costringe il pensatore a far ricorso alla poesia e al misticismo, anziché all’analisi e all’argomentazione razionale. Questa incomunicabilità non si limiterebbe a segnalare una banale inversione, ma una vera e propria fuga verso l’illimitato arcipelago del non umano, che non può che compiersi lungo tutta una caduta nell’abisso, perchè il Nulla inesprimibile coincide con la Morte, ossia con la più radicale assenza dell’umano; e capisce anche che la morte stessa coincide con il divenire e l’impermanenza, che rivela un tempo al di là del tempo antecedente all’Ordine cosmico e all’essere umano.

…e dal cadavere del Mondo (da Mundus: puro, evidente) che l’uomo vede in Nero oltre il nero, propagando materiale morboso, in una Solitudine (immonda) senza orizzonti.

Questo non sarebbe altro che la messa in musica dell’”eternità in-sé”: nessuna figura articolata, nessuna fine, NESSUN fine, ma l’eterno ritorno di nascita e dissipazione porta ad un’impossibilità della vera morte di manifestarsi in una morsa paradossale.

La possibilità, del tutto contingente, dell’abolizione totale della vita e dell’ordine nella notte anticosmica. Una sete di annientamento che costituisce un irriducibile locus negativo e della quale il Black Metal si fa portatore e propagatore all’interno della teoria stessa.

…se il Cosmo è malvagio è d’altronde perché non è «buono»: la Natura non ha pietà della vita né si cura di preservarla, così come Giacomo Leopardi ha magnificamente descritto, nel suo incompiuto “Inno ad Arimane”.

Tutto questo, niente di questo e molto più di questo è raccolto nei solchi di quest’Opera, della quale gli Ad Omega sembrano non esserne gli ideatori, ma dei cultisti che, torce accese nella Notte, ne portano vivo il Non-Pensiero.

Fame, istintiva, priva di ogni razionalità, Pura soddisfazione di un bisogno naturale e mostruoso al contempo: un pasto che necessità un bagno di Sangue, un appetito che esige Violenza gratuita, senza la quale non è possibile estinguerlo, pericoloso sopprimerlo e letale ignorarlo. È il Nulla. Né bontà, né essere, né verità.

 

Giuseppe ‘Dissected’ Patella

 

TrackList

  1. Non Serviam
  2. Lux(I)Fer
  3. Heretical Path
  4. Great Mother Lilith
  • Anno: 2020
  • Etichetta: Narcoleptica Productions
  • Genere: Post Black Metal

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