Reduci dallo strepitoso successo del crowdfunding per il disco precedente, “Re-Animated”, gli alfieri modenesi del power metal più scanzonato, autoironico e spudoratamente esagerato tornano con un progetto geniale: per un anno hanno pubblicato mensilmente, segno per segno, una canzone ispirata ad uno dei dodici Cavalieri d’oro della saga animata di Saint Seya.
Ora, capisco che a qualcuno di voi (quelli dall’adolescenza più sfortunata, direi) questa informazione non dica granché, ma per chi come me ha passato le medie (inferiori e superiori) sognando dietro alle improbabili avventure dei Cavalieri dello Zodiaco, è un tuffo al cuore!
Mi scuso per i pochi digiuni di questa saga, ma questa recensione darà per scontata una minima conoscenza dell’argomento (se vi interessa approfondire, c’è google). Mi sento anche in dovere di spendere due parole su ogni singola traccia/personaggio.
Scelta geniale, dicevo: di sicuro dibattito (e quindi “successo”), di continua esposizione mediatica per un anno intero e tutto sommato “facile”. Un’ottima scelta di marketing, ma sicuramente alimentata anche da una genuina passione, espressa non solo attraverso la musica, ma anche dalla volontà di inserire tante “chicche” per gli appassionati della serie, inclusi prequel, sequel e spin off.
Da segnalare che tutta l’operazione è corredata da un grande lavoro di fan art ad opera del cantante e artista Alessandro Conti che propone una rivisitazione dei dodici Cavalieri, a dire il vero rappresentanti in modo piuttosto fedele (“poco inventivo” o “molto rispettoso”, decidete voi) e caratterizzati da buoni effetti pittorici, ma a mio personale avviso meno riusciti dal punto di vista della plasticità e dell’architettura anatomica.
Quando si va a toccare un soggetto di grande successo è inevitabile che qualcuno resti scontento, ma è parte del gioco. Non ci sono grosse sorprese e tutto sommato neppure grosse delusioni: gli eroi “buoni” hanno il pezzone powerone sparato, i personaggi più tormentati un arrangiamento un pochino più articolato e cupo; il Toro, dato che è grosso, ha il mid tempo massiccio e a quello dei Pesci, che è effemminato, tocca una semi ballad hair metal.
Le canzoni sembrano composte e registrate direttamente sull’arrange di una digital audio workstation, senza essere passate da un collaudo in sala prove. Caratteristica che temo rischieremo di riscontrare in parecchi futuri dischi, registrati in tempo di isolamento sociale forzato… E sarà forse per quei suoni da batteria campionata, o le chitarre da reamp digitale, ma sembra tutto un po’ “fatto in casa”. E fatto molto bene!
I testi sono la componente più deludente… “Atena qua, Atena là… Brucia il tuo cosmo… trallallà…”
Il massimo dello snodo narrativo lo abbiamo nel dilemma interiore di quei cavalieri che sono combattuti tra l’obbedienza alla Dea succitata o quella al Grande Sacerdote da cui si sono fatti pivellare.
Capisco che il materiale di partenza faccia acqua da tutte le parti (lo dico da fan della saga di Kurumada!) e capisco pure che i nostri Trick si siano fatti dei discreti anticorpi cantando testi demenziali su buona parte del precedente album, ma forse qualcosina in più si poteva osare. Ho trovato anche parecchie sillabazioni e adattamenti del testo al cantato poco eleganti (secondo il mio gusto personale).
Intro e outro trascurabili.
Il vero inizio del disco è affidato a “ARIES Stardust Revolution”, un proiettile che rispetta tutti i crismi del genere, con una progressione ascendente entusiasmante, strofa tu-pa tu-pa ad accordi aperti, ponte Helloween e ritornellone micidiale! Poi su “tempus fugit, ardens cosmo” mi sono sbellicato…
“TAURUS Great Horn” parte con un riffone alla Zakk Wylde ed ha il suo punto di forza nelle strofe, decisamente più interessanti del pur accattivante ritornello, meno sciocco di quanto sembri. Brano massiccio ma variegato, tra i meglio assemblati del lotto.
“GEMINI Another Dimension” è un poco deludente dal punto di vista della “dualità” che ci si sarebbe potuta aspettare, risolvendosi tutto sommato in un power metal piuttosto canonico dove duettano voci relativamente simili (meglio quella di Conti, per la cronaca).
Un po’ pochino, per il “villain” principale della storia…
“CANCER Underworld Wave” è proprio riuscita a inquadrare la personalità spigolosa del cavaliere del Cancro, con riff alla King Diamond, strofe interessanti e dall’arrangiamento variato, passaggi strumentali inattesi, uno stacco centrale tanto grottesco quanto efficace (“Death Mask!”) e un ritornello fin troppo danzerino.
“LEO Lightning Plasma” ruggisce spavaldo e smargiasso come Atena comanda, esplodendo in melodie tanto efficaci quanto logore. Poca ispirazione, tanto mestiere, per un pezzo “mediocre”, nel senso etimologico del termine. Una pacchianata da balera alcolica tedesca che non mancherà di entusiasmare!
“VIRGO Tenbu Horin” pezzo di grande fascino, cadenzato, ipnotico, credibile, interessante. Anche in questa canzone (come in quasi tutte quelle presenti sul disco) il meglio viene elargito lungo le strofe e questo pone i Trick Or Treat un passetto avanti rispetto ai colleghi poweristi. Mi sembra il brano più riuscito, anche come narrazione. Forse l’unico che abbia suscitato una vera emozione, anche grazie al coinvolgente finale corale.
“LIBRA One Hundred Dragons Force” è purtroppo il brano più tirato via: con una melodia mezza cinesata (fine allusione al Maestro Dohko…) probabilmente rimasta loro in testa dopo la cover di “Cinque Samurai” e forti di un testo particolarmente poco ispirato, buttano lì un ritornellaccio che neanche un Weikat ubriaco si sognerebbe di abbozzare. Peccato, perché era una delle mie armature preferite.
“SCORPIO Scarlet Needle” è una scheggia speed che rallenta in maniera del tutto inattesa per sciogliersi in un ritornello che tenta la carta del pathos, tradendo le aspettative della dirompente apertura per regalare un ripieno dal sapore inaspettato. Derivativa ma molto bella la sezione strumentale e solista. Non tra le meglio riuscite, ma decisamente notevole!
“SAGITTARIUS Golden Arrow” ha il ruolo della ballata. Mi spiace, ma non mi ha convinto. Ok Atena bambina, il sacrificio eccetera, ma mi manca l’emozione. Neanche il testamento recitato in italiano ha potuto granché. Ecco, in generale trovo le interpretazioni vocali abbastanza distaccate e artefatte (ed tutto sommato è un bene, considerando gli argomenti…), risultando poco credibili quando si tratta di veicolare un sentimento vero e profondo.
Veniamo al mio “CAPRICORN Excalibur”, che con la sua melodia da videogioco soddisfa l’appetito di velocità nel ponte (“Excalibur decide…”), vincendo però il poco ambito premio di peggior strofa del disco. La canzone non sembra frutto di una concezione organica e fa sospettare che sia stata assemblata con gli scarti degli altri pezzi. Trashata finale l’effetto sonoro della spada.
“AQUARIUS Diamond Dust” è un monologo del maestro al proprio allievo Hyoga, dove il ritornello tra Stratovarius e Helloween rovina con la sua scarsa personalità una strofa ben raccontata ed un ponte molto convincente dall’irresistibile sapore pop. Resta comunque efficace, nonostante qualche forzatura compositiva che altrove non si nota.
“PISCES Bloody Rose” ti conquista con la sua magnificenza, avvolgendoti in un ritornello che David De Feis si sarebbe sognato, negli anni novanta (beh, anche oggi!). Questo era forse il personaggio più difficile da rendere ed è con grande piacere e sorpresa che riconosco l’ottima riuscita dell’impresa. La canzone è centrata, controllata, frutto di una intuizione melodica e concettuale precisa e nitida. Efficacissima!
Molte le critiche in questa recensione, mi rendo conto, ma ci tengo a sottolineare l’apprezzamento per la maestria strumentale, la scioltezza compositiva e la professionalità di un gruppo che stimo anche per l’approccio sdrammatizzante e intelligente ad un genere altrimenti davvero stantio e agonizzante.
E adesso aspettiamo la saga di Asgard e quella di Nettuno!
Ah già, e i 108 Specter di Ade…
Marcello M
TrackList
- Ave Athena
- ARIES Stardust Revolution
- TAURUS Great Horn
- GEMINI Another Dimension
- CANCER Underworld Wave
- LEO Lightning Plasma
- VIRGO Tenbu Horin
- LIBRA One Hundred Dragons Attack
- SCORPIO Scarlet Needle
- SAGITTARIUS Golden Arrow
- CAPRICORN Excalibur
- AQUARIUS Diamond Dust
- PISCES Bloody Rose
- Last Hour (The Redemption)
- Anno: 2020
- Etichetta: Scarlet Records
- Genere: Power Metal
Links: