Pur non avendoli mai recensiti, seguo da anni l’evoluzione artistica dei toscani 17Crash. Con ‘Through Hell And Back‘ giungono alla terza produzione, quella che è di norma lo spartiacque per la carriera di un gruppo, lo fanno sotto la sapiente regia alla produzione di Alessio Lucatti mentre mix e mastering sono affidati alle altrettanto sapienti mani di Simone Mularoni, ormai un autentico guru in questo campo.

Se già ‘Hit The Prey‘ era stato un enorme passo avanti rispetto all’acerbo esordio di ‘Reading Your Dirty Minds‘, questa nuova produzione suggella l’alacre lavoro del gruppo fondato dal batterista Phil Hill e dal cantante Ros Crash. Ai quali si sono poi aggiunti Wildcat e CJ ‘Black Dog’ Guarne alle chitarre, e recentemente Maxxx al basso. Aggiungendo che come il precedente anche questo album esce per la Volcano Records andiamo ad esaminare i vari brani.

Si parte con l’incandescente sound di ‘Face To Face‘, titolo adatto a questo pezzo di base heavy rock diretto come un pugno in faccia, tutti i componenti sono perfettamente integrati e quello che vien fuori è veramente notevole, avvio quindi determinato che fa ben sperare.

Conferma anche per l’energica ‘Be A Man‘, classico sound ottantiano rinfrescato dall’ottima vena compositiva dei 17 Crash, se l’inizio è scoppiettante credo che l’album intero sarà all’altezza delle aspettative. Se la sezione ritmica non perde un colpo, le due chitarre fanno un lavoro egregio e a tratti sorprendente, la maturazione è in atto.

Canzoni in your face, ritornelli accattivanti, chitarre che incidono alla grande, ritmi solletici, voce degna del genere cosa volere di più? Ed ecco allora ‘Change Your Way‘ hard rock blues street alla vecchia maniera, sembra di essere catapultati nella Los Angeles di metà anni 80, onore alla voce di Ros che oltre a un perfetto inglese si modula su ogni tonalità senza alcun problema.

Arriviamo quindi alla title track, chitarre pesanti, batteria tambureggiante, si scatenano le danze e il ritmo diventa frenetico, l’influsso hard rock è devastante, ritornello incisivo, nulla da aggiungere. Si scende in territori più prossimi all’Aor, anche se l’incipit rimane molto hard rock, con ‘Bite the Freedom‘ dove le melodie si intrecciano con parti più toste, ma rimaniamo ancora ad altissimi livelli. Sarà la produzione perfetta, sarà la simbiosi tra i 5 musicisti, ma ad ora non si trova una pecca, siamo a un passo dalla perfezione a metà album. Che dite scenderà l’adrenalina o i 17Crash porteranno a termine il compito?

Lo vediamo subito con ‘Don’t Surrender’. Poteva mancare la ballad? Certo che no! E che ballad! Qui siamo sopra la media, a livelli veramente alti, sono contento che i ragazzi siano stati in grado di creare tutto questo, lo meritano per la gavetta da cui vengono senza aver mai dato segni di cedimento, bravi. Si sogna quindi e si sentono i brividi lungo la pelle, l’interpretazione che il gigante Ros dà è degna delle migliori ugole del rock mondiale!

La compatta ‘Heroes‘ è coinvolgente nel suo moderno approccio all’hard rock d’annata, melodie, cori AOR e tanta semplicità nel creare un’altra potenziale hit. Spesso mi trovo cd in cui manca il brano trascinante che può fare la fortuna di una band, qui non trovo un brano che non lo sia, come nella tradizione di gruppi tipo Bon JoviMotley CrueWhitesnakeTwisted SisterNelson ecc, ogni canzone è una hit e credetemi, non è certo cosa facile.

La stessa ‘Pray Your God‘ che all’inizio sembra la più debole del lotto riesce poi a trovare una sua strada, con un hard rock brillante e tagliente. La differenza ancora una volta, senza nulla togliere agli altri, lo fa il lavoro delle chitarre esaltate dalla produzione cristallina, una delle migliori mai sentite negli ultimi anni.

Tocca a ‘First Day In Heaven‘, altro episodio senza sbavature, prepararci alla conclusiva dokkeniana ‘Voice In The Night‘, la quale non fa che confermare quanto detto finora. 10 brani perfetti, mai un calo di tensione, mai una sbavatura, mai un senso di noia, insomma 10 e lode se ancora ci fossero i voti nella nostra webzine! Non inventano nulla, ma quello che fanno lo fanno bene senza imperfezioni, un songwriting fresco anche se ancorato al passato, ma proiettato al futuro.

Non so se i 17 Crash in un prossimo futuro sapranno confermarsi su questi standard qualitativi, non gli sarà certo facile, ma per adesso godiamoci il più bell’ album hard rock di questi primi mesi di un 2020 nato male, ma che perlomeno è allietato da queste belle canzoni!

 

Klaus Petrovic

 

TrackList

  1. Face To Face
  2. Be A Man
  3. Change Your Way
  4. Through Hell And Back
  5. Bite The Freedom
  6. Don’t Surrender
  7. Heroes
  8. Ptray Your God
  9. First Day In Heaven
  10. Voice In The Night
  • Anno: 2020
  • Etichetta: Volcano Records
  • Genere: Hard Rock Melodic

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