Nel 2020 esiste ancora il black metal, quello prodotto e suonato bene. I Winternius fanno parte di quei gruppi che, grazie alle loro esperienze musicali pregresse, riescono ad elaborare uno stile unico pur non dimenticando le radici che si ricongiungono ad un black metal old school.

Winternius, nascono nel lontano 2016, per opera dell’attuale chitarrista Roby Grinder che, facendosi aiutare dall’attuale batterista Jaco Eligor (ex chitarrista nei Sacradis), danno via al progetto che definisce la line up nel 2019, a cui si aggiunge la voce di Jason Ulfe, che anche lui abbiamo già visto, in veste di chitarrista, nei Sacradis, (dove troviamo Grinder al basso), Alex Trivex alla chitarra, ed infine John Killer Bob al basso (ex Cadaveria, ex Necrodeath).

I cinque, dei veri e propri musicisti professionisti, lavorano per dieci giorni presso la Nadir Music Studios, per elaborare e produrre “Open the Portal”, il loro debut-album uscito il primo marzo di quest’anno. Il loro stile ricorda un po’ i primi Bathory ed anche i primi Mayhem, ma sono solo delle influenze poco rilevanti in quanto il loro stile è esclusivo. L’album si compone di nove tracce, ciascuna posizionata bene all’interno, inizia con ‘Earthquake‘, in cui il suono è subito d’impatto, forte e deciso. I riff che seguono sono violenti ed estremi, con un ritmo talvolta frenetico ma ben bilanciato con batteria, basso e voce.

Segue ‘Birds of Destruction‘, in cui la linea compositiva e testuale è armonica e molto lineare. ‘Dead and Evil‘, continua sulla stessa scia. La vera esplosione, all’interno dell’album, avviene dalla quarta traccia, quindi ‘Blood Bones Death‘, inizia molto prorompente e termina in modo molto più esplosivo, è una traccia ricca di elementi sonori e trasmette un’energia pazzesca. ‘Open the portal‘, la traccia omonima dell’album, è in grado di catapultarti in un mondo completamente nuovo, tutto da esplorare. La batteria è in perfetto sincronismo con la voce, seguita dal basso e dalle chitarre che riproducono un suono oscuro e unico. Seguono ‘Eternal Starlight‘ e ‘Infernal Oak‘, ‘Knight of Death and Life‘ e ‘Thunderfire‘, in cui la frenesia del ritmo domina, ci scuote e ci distrugge, grazie alla violenza che pervade ogni animo di chi l’ascolta.

E’ un album che consiglio un po’ a tutti quelli che ascoltano heavy metal, ma anche doom, thrash e death oltre che black, in quanto è molto versatile anche per chi ama gli stili sopra citati.

 

Nora

 

TrackList

  1. Eartquake
  2. Birds of destruction
  3. Dead and evil
  4. Blood bones death
  5. Open the portal
  6. Eternal starlight
  7. Infernal oak
  8. Knight of death and life
  9. Thunderfire

 

  • Anno: 2020
  • Etichetta: Black Tears
  • Genere: Thrash/Heavy Metal

 

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