Confesso che negli ultimi anni ho un po’ ammorbidito i miei gusti musicali, ma il buon vecchio thrash resta sempre tra i miei generi preferiti. Quando mi sono approcciato a questo nuovo album dei Self Disgrace però non mi aspettavo un esplosione di violenza di queste proporzioni.
La band milanese frutto della mente di Isa ‘Brutal’ Fronzoni ha prodotto qualcosa di veramente malefico, ‘Fetus in Fetu‘ è quanto di più marcio mi sia capitato di ascoltare negli ultimi mesi, ma valore aggiunto, non mi ha annoiato dopo 2/3 pezzi, e come un film horror ha attirato la mia attenzione dall’inizio alla fine!
Non avevamo recensito il precedente lavoro sia perchè non ci era arrivato in redazione, sia per altri motivi che ora non sto qui a raccontare, però ho avuto modo di ascoltarlo dopo aver dato il primo ascolto a questo. Tutta un’altra storia! Se infatti il precedente era comunque un buon lavoro, qui siamo su di un altro pianeta, in special modo la voce di Dielle Green (anche autrice di testi) è decisamente più consona a questo tripudio di brani death/thrash, cattiva e incisiva come deve essere, altro che qualche maschietto a palle strizzate, Dielle qui spazza via tanti colleghi maschi, a questi livelli, almeno nel belpaese, ricordo solo Rosy degli ormai defunti (sigh..) Profanal.
L’incessante bombardamento prende il via con ‘Deliverance‘ (un vero inno a Satana) e prosegue inarrestabile fino a ‘Cruel Tribulation‘. In solo 7 brani i Self Disgrace portano a termine la loro azione di guerra senza fare prigionieri!
‘Fetus in Fetu‘ è stato registrato e prodotto ottimamente da Bratt Sinclaire, che i più vecchi di voi ricorderanno anche con Bulldozer, Billy Sheehan, Jennifer Batten ecc, ed esce per Malevolence Records.
Le tematiche dell’album riprendono quelle di ‘Partner in Crime‘, cioè la violenza che genera violenza, il male che genera altro male e così via. Non solo questo ma fetus in fetu è l’embrione parassita che si insua e distrugge il feto costringendo all’aborto, aborto di cui si parla in ‘Never Born‘ e ‘In Chains’ affrontandone i vari argomenti che lo circondano.
Torniamo ai brani, dopo l’inno invocativo a Satana di ‘Deliverance‘ arriva la poco fa citata ‘Never Born‘, mazzata letale, rasoiata alla gola che parte dalla chitarra di Isa, un pezzo di storia del metal italiano e internazionale, la quale è in grado di cambiare tempi e ritmi ben affiancata da Overteo Businaro al basso e Remo Monforte alla batteria.
‘The Mansion‘ è aggressiva, segue un suo percorso di rabbia estrema, cavalca l’onda death/thrash della vecchia scuola ma con una personalità che poche band sanno mettere nelle loro composizioni. Isa è ancora una volta superlativa sia nei riff che nel convincente solo, lei è anche l’autrice di tutte le parti musicali.
‘In The Name Of Lies‘ sembra uscita da ‘The Day Of Wrath‘ dei Bulldozer, del resto la scuola è quella e il genere anche, forse il brano più composito dell’album ma non meno devastante. Siamo in guerra e allora ‘War‘ sia! Qui si cambia connotati, nel senso che se il precedente era più composito questo brano affina la tecnica e sviluppa vari intrecci musicali, sempre nell’ambito di genere ma con qualche extra di matrice hard rock in alcuni riff.
In Chains‘ è sincopata nel suo incedere marziale, poi il bridge con il solo di Isa è celestiale, da vera shredder con velocità impensabili, tanta roba! L’apoteosi fnale è appannaggio di ‘Cruel Tribulation‘ dove l’alone malefico che aleggia su tutto l’album esprime la sua massima attitudine, esplorando anche concetti musicali diversi, tutti da scoprire.
I Self Disgrace raggiungono quindi l’obbiettivo di centrare l’album fondamentale per la loro carriera, ma da artisti di questo calibro non ci si poteva aspettare di meno!
Dopo averli persi per motivi di salute lo scorso anno in quel di Scandicci spero, finita l’emergenza sanitaria, di poterli rivedere dal vivo 10 anni dopo il concerto di Milano per il ritorno dei Bulldozer.
Klaus Petrovic
TrackList
- Deliverance
- Never Born
- The Mansion
- In The Name Of Lies
- War
- In Chains
- Cruel Tribulation
- Anno: 2020
- Etichetta: Malevolence Records
- Genere: Thrash Metal
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