Tema: SirJoe Project
Svolgimento: Letze Baum
Come ai tempi delle superiori, quando mi trovavo di fronte al foglio bianco e dovevo scegliere uno fra i tre titoli proposti. Il grande vuoto. Ho ascoltato più volte, forse innumerevoli, il lavoro, uscito nel 2018, di questo studioso del pentagramma qui al debutto in totale autonomia. Ho cercato dopo ogni ascolto di trovare un qualcosa, un quid di significativo, ma rimango sempre interdetto di fronte alla mia difficoltà di una totale comprensione di quello che il chitarrista partenopeo ha voluto lasciare a noi comuni mortali.
Qui non si tratta di esaminare le qualità tecniche squisitamente intrinseche palesate da Casamassima, le quali non si mettono minimamente in discussione, ma il rapporto che può esistere fra le stesse e la loro applicazione nel campo artistico e nel caso specifico in quello musicale.
In un celebre film di un noto regista ci si chiede cosa possa essere il genio: fantasia, intuizione, decisione e velocità di esecuzione. Ebbene se sull’ultimo aspetto nulla si può eccepire, soprattutto per precisione e pulzia del tocco chitarristico, non sempre si riesce a percepire la capacità di trasmettere ciò che si è imparato; mi ricorda la difficoltà di insegnamento (e su questo argomento il nostro chitarrista sarà a totale conoscenza delle dinamiche che si instaurano fra docente e discente) di un professore di matematica collocato nelle mura di un vecchio Liceo Scientifico (il mio) abituato come era alle ampie aule della Facoltà universitaria. Non è facile saper tradurre in musica ciò che si pensa, ciò che l’animo attraversa in un determinato momento. Anche i più grandi artisti hanno trovato dei pericoli nell’attraversare le grandi painure della improvvisazione nella messa in posa di un’opera ex novo.
Manca qui la fantasia, quel tocco magico che permette all’artista di avvicinarsi allo sconosciuto, all’oscuro, proiettandolo in un viaggio che lo porta alla ricerca dell’imprevedibile, del lato maggiormente nascosto del proprio Io.
13 pezzi di un etno prog che narrano un tema molto attuale, importante e grave quale quello dell’ecologia. La pronuncia dell’inglese di Alessandro Granato è però tendenzialmente approssimativa o meglio marchiatamente italica quasi scolastica.
Sicuramente Sergio Casamassima avrà altre occasioni per perfezionare ulteriormente la ricerca della propria espressività: gli strumenti tecnici non gli mancano e sarà sicuramente in grado di produrre un lavoro molto più vicino alla propria sfera emozionale. Ha qui messo in cornice un buona tela a pastello, dalle tinte statiche; lo aspettiamo con dei colori ad olio maggiormente incisivi e certamente maggiormente espressivi della sua arte, della sua riflessione e del suo viaggio. Non è un brutto cd ma, personalmente, non lo considero un capolavoro, o una rara pietra focale innovativa; è godibile, salutare per delle trombe di Eustachio come le mie orecchie avezze a ben altre sonorità. A chi piacciono le atmosfere post impressionistiche alla Vai, alla Satriani e ad una certa parte di produzione di Zappa, allora l’ascolto è vivamente consigliato.
Ad maiora!
Leonardo Tomei
TrackList
- Forgive Us
- Thieves In The Temple
- Coltan Grave
- I Pray The Rain
- The Power Of The Sea
- Deadly Waltz
- Anyway
- Binary Code
- The King Of All
- I Need Time
- Rainbow Warriors
- Maybe Today
- Selfdestruction
- Anno: 2018
- Etichetta: Autoprodotto
- Genere: Progressive Rock