Sì sì tu mi piaci vieni a casa mia e ti faccio…

Bè la continuazione probabilmente la conoscete e quindi potete tranquillamente cambiare il finale con … e ti faccio suonare, sì perchè il signore qui in questione merita più di un ascolto superficiale e volendo merita anche una possibilità di poter essere ammirato on stage il che non sarebbe cosa assolutamente sgradita.

Un bel disco pieno di bella musica, suonato con passione, composto con studio accurato e confezionato accuratamente. Si parte subito a mille con “Crashing Waves” un roccioso hard rock di stampo americano, un’onda travolgente di sonorità anni 80, un pendolo continuo fra atmosfere purpleiane ed accelerazioni alla Whitesnake; un buon inizio che ci lascia presagire in quale ambito ci muoveremo con Vincenzo Grieco, diventato un punto di riferimento nell’ambiente musicale romano ormai da decenni.

La seconda traccia del compositore, arrangiatore nonchè didatta è un mid tempo un po’ oscuro e cadenzato deliziato da una gentile voce femminile che familiarizza con un impianto ben congeniato di impalcature solidissime intrecciantesi fra chitarra e tastiera che ci ricorda inevitabilmente un certo Glenn Hughes.

Grieco ci conduce nella migloire tradizione chitarristica anglo statunitense, muovendosi tranquillamente nel campo contaminato da vari generi che hanno comunque, nel bene e nel male, segnato la storia della musica, cercando sempre di dare quel tocco di modernità, di freschezza e, là dove è possibile, di aggiungere degli aspetti innovativi alla tecnica ed alla composizione.

Il blues elettrico canonico di “Dizzy Heights” è menzionabile oltre che per la sua piacevole orecchiabilità (rimanda leggermente a certi passaggia fatti propri da gruppi come i Black Crowes) soprattutto per il divertente siparietto che accenna il tema dell’inno statunitense giocando magistralmente sulle terze e sulle quinte.

Poteva mancare la ballad? Certo che no! In “1995” si sente apertamente l’attaccamento alla melodia italica che incide notevolmente su tutta l’atmosfera intrisa di dolce malinconia che ci lascia intendere soffusamente dei ricordi forse lontani come ci suggerisce il titolo.

L’introduzione dei fiati nel quinto pezzo è qualcosa di geniale: un funky – soul che non può non farvi alzare dalla seggiola e farvi accennare a qualche goffo passo di danza cercando di imitare James Brown. L’assolo si staglia potente e preciso dando un colpo secco alla canzone facendola virare decisamente verso schemi blues classici.

Nella sua attività musicale ha attraversato spesso diversi generi e nella strumentale “Un Americano A Roma” (trad. dell’aut.) Grieco ci omaggia di una personale rivisitazione del genere blue – grass cercando di attualizzarlo con tematiche dalla esecuzione più veloce e più pomposa.

I rimandi come capirete sono i nomi forti del rock blues chitarristico che hanno segnato i decenni scorsi (Hendrix e Vaughan su tutti) anche se qua e là riesco a scorgere qualche pennellata che mi ricorda il nostro connazionale Roberto Ciotti e qualche ammiccamento alle sonorità dello sfortunatissimo chitarrista canadese Jeff Healey.

10 pezzi di una sano e roccioso hard rock e blues che possono fare placidamente da colonna sonora durante il vostro tempo libero. Da segnalare infine il pezzo che chiude tutto questo lavoro: un buon rock and blues che mi ha ricordato immediatamente il film “The Rocky Horror Picture Show” per il suo… ma basta non dico altro più per non rovinarvi la sorpresa.

Buon ascolto.

 

Leonardo Tomei

 

TrackList

  1. Crashing Waves
  2. Don’t Lay Your Love To Waste
  3. Dizzy Heights
  4. 1995
  5. That Brand NewPerfect Tune
  6. An American In Rome
  7. Misleading Lights Of Town
  8. Crazy Funny Lovely Whiskwey Nights
  9. Lord Of The World
  10. The Bear Smart One The Dandy And The Rockstar

 

  • Anno: 2019
  • Etichetta: RED CAT Inst Fringe/Audioglobe/The Orchard
  • Genere:  Hard Rock/Blues

 

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