Primo lavoro dei pugliesi Thamiel dal titolo “Sator“, uscito questo gennaio come autoproduzione. Un misto di black/death che viaggia a cavallo tra il death di fine ’90 ed un black grezzo in cui la produzione crea un voluto gioco di luci ed ombre tra riffing corposo, tastiere evocative, e chitarre gracchianti.
Proprio da questo punto di vista, il risultato non é male se pur la produzione non risulta essere professionale al 100% ed, in piú di un’occasione, sembra che volutamente i suoni vengano spinti al massimo causando una distorsione eccessiva. Questo non é un fattore che si ripete a piú riprese ma anzi si alterna in alcuni momenti in cui il suono saturo riesce a suo modo a prendere il sopravvento (vedi per esempio la differenza tra i brani “Sol Invictus” – maggiormente “in your face” – e “Darkned Centuries” – piú equilibrato nel mix – in cui le chitarre si posson ascoltare proprio in questo modo).
Ci son dei colpi di genio in questo disco, come ad esempio la parte lenta del brano “Sator” che si muove abilmente tra black/death e momenti molto piú evocativi che mi han ricordato in un certo qual modo nomi importanti come Atheist e primi Cynic.
Ci son poi alcuni punti che rimangono completamente o quasi alieni alla proposta nell’insieme, come ad esempio “Bloodshell In The North“, a suo modo piú vicina al lato death e che di black si porta dietro solo le vestigia di una voce urlata.
Ma sorprendentemente, nello stesso modo, ci son momenti che risultan essere molto diversi da ció che si potrebbe aspettare come il maestoso finale di “Desecrate Ritual” che chiude il brano in maniera sublime!
Eppure questo lavoro, a mio modo di vedere, non viene purtroppo chiuso nella maniera migliore, vista la qualitá dei brani precedenti. “Ex Comunicatio” risulta forse il brano piú debole del disco e quasi sminuisce il mood che aveva avvolto i brani precedenti.
Se i nostri son abili, per essere una band quasi del tutto sconosciuta, nel creare un valido lavoro, ci son forse alcuni aspetti della proposta che andrebber riveduti.
La produzione, suo malgrado, non rende giustizia al disco. Troppo debole per i movimenti death, troppo tagliente per i momenti atmosferici, troppo dura per qualli black? Insomma, un sound/mix/mastering piú equilibrato avrebbe reso il tutto maggiormente godibile mentre in questo momento il disco risiede nel calderone in cui altre migliaia di uscite si posson trovare.
Oltre a questo, se pur il mix di generi risulta interessante, ci son momenti in cui i nostri si perdono tra divagazioni sul tema, sminuendo la qualitá compositiva che in certi momenti non risulta diretta ma anzi risulta dispersiva. Un bene o un male decidetelo voi ma, sempre personalmente, alcuni momenti mi han lasciato abbastanza insoddisfatto (vedi proprio l’opener “Sol Invictus” con quella pletrata al limite dello swed death).
Sicuramente i nostri potrebbe solidificare la proposta, costruendo sul lato migliore del disco con le sue evocative atmosfere (spesso migliori nei momenti piú sperimentali che in quelli novantiani in cui le tastiere giocano facile) e le parti piú violente (visti i presupposti tecnici che la band mostra a piú riprese).
Un lavoro che merita piú di un ascolto per essere interpretato e che ha in se del potenziale.
Brani preferiti “Darkned Centuries” & “Sator“, che a loro modo di black han poco ma che riescono ad assorbire il meglio dell’album!
Rob M
TrackList
- Intro
- Soul Invictus
- Kathaar
- Darkened Centuries
- Sator
- Bloodshed In The North
- Desecrate Ritual
- Ex Comunicatio
- Anno: 2019
- Etichetta: Autoprodotto
- Genere: Black/Death Metal
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