Sembra che quel maledetto 18 maggio del 2017 fosse stato soltanto ieri. Perchè proprio quella data vi chiederete? Perchè con amarezza ricordiamo il suicidio di uno dei piu’ grandi cantanti rock degli ultimi trent’anni: Chris Cornell.

Per alcune persone, probabilmente senza aver ascoltato una nota, quella maledetta scena del “grunge” fu la rovina dell’heavy metal ma fu realmente cosi’?
Band come SoundgardenAlice in Chains e aggiungiamo gli Screaming Trees e i Green River (sarebbe troppo scontato citare i Nirvana che comunque furono una band importantissima) non solo fecero riscoprire un certo sound anni 70 ma lo personalizzarono aggiungendo quel pizzico di punk e di follia psichedelica che fece scoppiare una bomba ad orologeria.

A distanza di trent’anni possiamo dire che quel movimento vive ancora anche se in maniera diversa e lo dimostrano anche i nostri padovani Uncledog con il loro secondo album “Passion Obsession“.

Già dal titolo si potrebbero trovare dei collegamenti con gli Screaming Trees del talentuoso Mark Lanegan e infatti all’interno di questo interessante album , troviamo molti spunti di questa straordinaria band ma anche dei Soundgarden del periodo “Superunknow“.

La voglia di suonare con grande impatto usufruendo di  grandi melodie è paese ed è proprio questo il grande pregio di questo disco.
O.E.K.E” e “Let me Drive” sono brani costruiti da riff molto diretti che sanno regalarci delle belissime melodie che sanno essere potenti quanto malinconiche .

E’ quasi impossibile non pensare a quel 18 Maggio e anche al grande Layne Stanley. Gli Uncledog dimostrano grande personalità compositiva poichè non solo hanno imparato molto bene dai giganti del genere a livello compositivo ma anche per la profondità dei testi e dell’atmosfera. Il cantante ha talento e anche la sezione ritmica non è da meno.

Dopo l’originale e funkeggiante “Four Leaf Clover“, i nostri con “First Time” ci donano una ballad di grandissima intensità dove al suo interno troviamo un dolcissimo pianoforte che riesce a incantarci.
Eccezionale!!!!! Se Chris Cornell fosse vivo a mio avviso, apprezzerebbe moltissimo questa band dal grande talento.

Alla rockeggiante “Take a Look” segue l’intensa “Anything Else”. Quasi sei minuti di grande alternative rock dove le bellissime e malinconiche linee vocali del singer danno respiro a ispiratissime parti chitarristiche che ci portano a ricordare di nuovo i grandi Screaming Trees di Mark Lanegan del periodo “Sweet Oblivion“. Ottima la sezione ritmica.

I bellissimi 3 minuti di “Thoughtful” mi ricordano musicalmente il primo album solista di Chris Cornell dei Soundgarden (“Euphoria Morning“) ma che sa prendere anche dalle migliori ballate dei Pearl Jam. Il brano migliore del disco sia per intensità che per ispirazione. A chiudere questo album, pregno di emozioni e di melodie accattivanti, la blueseggiante “Her”.

Complimenti sia per le bellissime melodie costruite che per i testi che riescono a non essere una banale fotocopia delle band del passato ma che sanno essere anche personali.

In un questa epoca costruita sui talent televisivi e dove le band veramente talentuose, a volte, sono costrette a rimetterci i soldi per poter avere visibilità, spero vivamente che questa band possa raccogliere il meglio possibile. Da amante del genere e da musicista, non posso fare altro che applaudire la band veneta e consigliare questo bellissimo album dove “talento” e “capacità compositiva ed emozionale viaggiano mano nella mano.

 

Domenico Stargazer

 

TrackList

  1. O.E.K.E.
  2. Let Me Dive
  3. Four Leaf Clover
  4. First Time
  5. Wow
  6. Take A Look
  7. Anything Else
  8. Blush
  9. Thoughtful
  10. Her

 

  • Anno: 2019
  • Etichetta: Vrec/Audioglobe
  • Genere: Grunge/Hard Rock

 

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