Curioso come non mai mi accingo all’ascolto di questo nuovo lavoro dei veterani della scena metal italiana dal lontano 1982. Visti dal vivo sono una forza, avendo condiviso per un concerto lo stesso palco posso anche dire che, umanamente, sono persone disponibilissime e per me è stata occasione per riassaporare ricordi, rimembrare anedotti e farsi pure due grasse risate. Capirete quindi la quantità di aspettative che ho riposto in questa nona fatica dei nostri bolzanini.
L’impressione generale è quella di avere di fronte una selva di paralipomeni: si percepisce la volontà di aggiungere un qualcosa di già scritto, il desiderio (forse) di non mollare la presa, di tentare un volo pindarico, evitando errori di icariana esperienza, sui tempi moderni cercando in ultima analisi anche di attualizzare il sound. Stolto è sicuramente colui il quale nella sua vita non cambia mai idea nemmeno di fronte alla evidenza della realtà mutuata. Ma una domanda può anche sorgere: riusciamo sempre ad essere attori principali del cambiamento, o siamo piuttosto causa stessa del peggioramento delle cose intorno a noi, oppure semplicemente siamo spettatori passivi del mutamento generato da fatti generalmente incommensurabili per le nostre finite misure?
Le premesse sono ottime, e si corre veloci verso il futuro, lanciati senza respiro in apnea assoluta con “In Flammen 666“: è un piacere sentire Claudio Pisoni addentrarsi in percorsi vocali non propriamente comuni alla sua tradizione canora. Ma non possiamo prescindere, non siamo un a- priori, una monade impazzita errante nell’universo; siamo il risultato di un certo passato ed il passato a volte può essere ingombrante, può essere pesante, e quando il fardello è poco sopportabile tendiamo a curvare la schiena e ad incespicare. Ed infatti si arranca su una salita impervia, una erta ascesa, zeppa di ostacoli che dovremmo evitare per non correre il rischio di imbatterci in oracoli traditori, ingannevoli, portatori di un verbo logoro, stantio ed antico; ma il superamento ci rallenta, ci frena, ci spezza il ritmo e così si rimane un po’ perplessi di fronte alla seconda track che non sposta il cursore della curiosità, rimane piuttosto invischiata in una nebbia compositiva da palude anglosassone; e con questa sensazione la nostra attenzione è rapita dalla somiglianza dell’assolo in “Rolling In The Fire” con i passaggi melodici di ‘Hangar 18′ di megadethiana memoria.
O tempora o mores.
Va assolutamente apprezzato lo sforzo degli Skanners di fare i conti con il tempo che passa, di mettere la faccia di fronte a quei demoni di un domani che sicuramente è prossimo, demoni che inevitabilmente ci daranno un senso di tutta una vita trascorsa; ed allora sì che tracceremo una linea demarcatrice e raccoglieremo ciò che resterà dei pezzi di un cuore appassionato, vitale ma tagliato dalle innumerevoli avversità che ha incontrato durante il percorso della vita stessa. Il senso del tempo aleggia per tutto il lavoro: viene portato, in una valigia piena di ricordi, tutto il bagaglio esperienzale musicale e viene messo in relazione coi momenti più recenti (l’arpeggio iniziale di “The Eye” sembra uscito dalla mente malata di Daron Malakian) senza dimenticarne la provenienza, evitando di tralasciarne le origine arcaiche di un altro secolo. Claudio e brigata ci hanno voluto consegnare una lettera mnemonica, colma di rimandi, perchè se è semplice per noi mortal peccatori perdere la retta via in un ipotetico, abbagliante, celestiale paradiso, dovremmo avere sempre un occhio di riguardo a qualunque, per chiunque, angelo protettore. Noi che, musicalmente parlando, proveniamo dal secolo scorso, non possiamo che sorridere malinconicamente di fronte alla dokkeniana “Back To The Past“. Chiudi gli occhi e in un attimo rivedi decine e decine di immagini adolescenziali (amici, locali, vinili, capelli…). Veramente struggente è l’assolo.
Alla fine ciò che non si può cancellare è il ricordo di un’idea, il pensiero di un pensiero a se stesso pensante; e come nelle migliori tradizioni discografiche degli anni 80 l’lp, scusate il cd, si chiude con una ballad che ci esorta al ricordo, appunto, al pensiero, alla fissazione del momento, all’importanza di un attimo, perchè, causa anche la velocità dei nostri tempi moderni, tendiamo sempre più spesso a, letteralmente, cancellare, buttare in un cestino non proprio così virtuale, a rimuovere, le persone, i ricordi, i fatti, le nostre passioni, nel nome della lotta contro un Peter Pan che ob torto collo si nasconderà in un angolo buio.
Per i neofiti (nel caso ce ne fossero) degli Skanners questo “Temptation” può essere un ascolto propedeutico alla loro produzione e soprattutto un avvicinamento ad un mondo musicale che probabilmente si sta avvicinando al suo lento ed inesorabile crepuscolo.
Leonardo Tomei
TrackList
- In Flammen 666
- Rays In The Darkness
- Rolling In The Fire
- Cut The Heart
- Demons Of Tomorrow
- The Eye
- Lost In Paradise
- The Letter
- Back To The Past
- Pray With My Angel
- Always Remember
- Anno: 2019
- Etichetta: Alpha Omega Rec
- Genere: Heavy Metal
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