Wyatt Earp, come facilmente pensabile, prendono il loro nome dal famoso cacciatore e sceriffo icona del Far West e dal 2013 arrivano, dopo qualche cambio di formazione, a produrre questo omonimo primo lavoro strutturato su 6 brani.

La band ha iniziato suonando principalmente cover degli anni ’70 omaggiando band del calibro di Deep PurpleKansasGrand Funk RailroadUriah HeepJethro Tull e via discorrendo. Influenze che troviamo appunto in questo ‘Wyatt Earp‘ uscito per la mai doma Andromeda Relix.

Già l’iniziale ‘Dead End Road‘ mette in mostra le capacità del quintetto veronese, sia pur muovendosi in territorio esplorato ormai all’inverosimile riscono con una personalità spiccata ad far emergere il loro sound roccioso mischiato a dosi melodiche di tutto rispetto, ma sugli scudi metterei la chitarra del fondatore Matteo ‘Fina’ Finato, vero riffmaker! Non da meno però il resto della band con il cantante Leonardo Baltieri perfetto per il genere in questione.

Ashes‘ ha un incedere iniziale molto cupo impreziosito dal buon lavoro di tastiere (esaltanti per larga parte del brano) ad opera di Flavio ‘J’ Martini, ma dopo alza i toni diventando una cavalcata hard & heavy alla vecchia maniera, con un solo molto ben realizzato. Sulle orme dei grandi padri del rock, in questo caso mi son venuti in mente i Rainbow!

Parte la scatenata ‘Live On‘ de è un invito a ballare e scapocciare nel nome del Dio Rock! Grande prova vocale e ritmi serrati che esaltano il basso di Fabio ‘Led’ Pasquali e la batteria di Silvio ‘Hammer’ Bissa! Veramente tellurici in questo caso i Wyatt Earp per una song che viene dal passato ma ha un gran futuro, un piccolo gioiello in un cd senza cadute di tono.

Dieci minuti la durata di ‘With Hindsight‘ e logicamente verrebbe da chiedersi se non siano un po’ troppi per una band esordiente, domanda lecita, ma il risultato quale sarà? Un Leonardo in versione Freddie Mercury introduce quasi recitanddo la prima parte del brano, soave, melodico, accompagnato da linee di basso soffuse ma presenti come non mai. I toni si alzano e tutti gli strumenti prendono parte alla festa, il brano prosegue alzando e abbassando i toni stessi, giocando tra melodia e ruvidità con venature prog e altre più hard. Poco oltre la metà del brano stesso la chitarra ci guida in un lungo solo a tratti psichedelico che rende il tutto alquanto piacevole e mai stancante grazie anche al bel duettare con le tastiere.

Back From Afterworld‘ fa risalire i volumi e si lancia in una vorticosa cavalcata settantiana che esalta tutto il quintetto, dopo ‘Live On‘ è indubbiamente la mia preferita del cd e non ha bisogno di ulteriori approfondimenti!

Il finale viene assegnato a ‘Gran Torino‘ quasi 13 minuti di musica con la M maiuscola. Una composizione di grande spessore dove si riassume tutto il percorso hard rock prog che viene incarnato dai cinque rocker veneti, dove le influenze sono evidenti ma omaggiate con rispetto e cura dei particolari. Difficile anche da descrivere e quindi consiglio caldamente di ascoltarla per apprezzarne ogni sfumatura.

Chiuderei indicando gli Wyatt Earp come una delle migliori sorprese dello scorso anno, sono convinto che ci sapranno piacevolmente stupire anche in futuro. Bravi ragazzi!

 

Klaus Petrovic

 

TrackList

  1. Dead End Road
  2. Ashes
  3. Live On
  4. With Hindsight
  5. Back From Afterworld
  6. Gran Torino

 

  • Anno: 2018
  • Etichetta: Andromeda Relix
  • Genere: Hard Rock

 

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